MASSIMO D'ANTONA: UN UOMO PERBENE CHE CREDEVA NEL DOMANI Roma, 20 maggio 1999. Massimo D'Antona - docente universitario e consulente del Ministro del Lavoro Antonio Bassolino - veniva freddato con cinque colpi di pistola da Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, esponenti delle "Nuove Brigate Rosse". Erano circa le otto e venti del mattino quando D'Antona, appena uscito di casa, stava percorrendo via Salaria a piedi, per recarsi nel suo studio, non molto distante dalla sua abitazione. Superato l'incrocio con via Adda, l'agguato da parte dei brigatisti, sbucati all'improvviso da un furgone parcheggiato lungo il marciapiede. D'Antona venne portato di corsa in ambulanza al Policlinico Umberto I, ma non ci fu nulla da fare. Il professor D'Antona era un tecnico, un "cervello" prestato alla macchina statale per cercare di migliorarne il funzionamento. Quell'uomo schivo, competente, deciso, aveva in mente grandi prospettive pe...