ANITA EKBERG: IL "DOLCE" SIMBOLO DELLA DOLCE VITA "Era un cumulo di curve come al mondo non ce n'è", avrebbe detto Fred Buscaglione col suo riso beffardo. D'altra parte con lei ci lavorò anche, nel 1960, pubblicizzando una birra in "Carosello". E probabilmente, fu proprio quella l'idea che tutti si erano fatti di Anita Ekberg. Una donna "esagerata". Esageratamente formosa, esageratamente sensuale, esageratamente affascinante. Non è un caso che a puntarle gli occhi addosso fu uno che di "esagerazioni" se ne intendeva, e ne riempiva le sue pellicole: Federico Fellini. Perché a consacrare Anita Ekberg al successo, a farne una diva internazionale fu proprio lui. "La dolce vita", la Fontana di Trevi, una Roma notturna e silenziosa salvo lo scroscio dell'acqua in cui "Anitona" si era immersa, chiamando a sé il bel Marcello Mastroianni con un " Come here! Hurry hup! " che ha fatto epoca. Fu ...