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Visualizzazione dei post da dicembre, 2024
UN ANNO DI PRODEZZE: BUON 2025! « Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio ». Di norma,  da sognatore indefesso, sarei pronto a sottoscrivere queste parole tratte dal Piccolo Principe , ma questa volta non ci riesco. Qualcuno mi ha  bucato le nuvole, e non sono più capace di mantenermi a mezz’aria, come mio solito. Il 2024 è stato un anno che definirei né positivo e né negativo.  È stato l’anno dell’indifferenza. Più mi guardo indietro, più mi rendo conto che non ci sia stato nulla, o molto poco, per cui valga la pena   rimpiangerlo. Se il 2023 era l’anno della delusione, questo lo definirei l’anno dell’illusione recidiva.  Probabilmente sono molto severo, e  non nego che qualche barlume di felicità e di leggerezza ci sia anche stato. Ma troppo poco. Troppo poco per chi spera, disperato, di riuscire a  dare una svolta alla propria vita, pur non cambiandola in maniera dras...
ANNA LONGHI: ROMA BELLA Chi l’ha dimenticata quale moglie generosa e spiritosissima di uno straordinario Sordi fruttarolo in viaggio per l’Italia tra bellezze monumentali e percorsi culinari su invito dei figli radical chic ? Chi l’ha dimenticata, tenace e combattiva, con la sua piccola grande mole impegnata nella maratona di New York,  sempre quale consorte di Sordi ma nelle vesti di un  tassinaro romano? Oso rispondere: nessuno.  Nessuno ha dimenticato Anna Longhi. Nessuno è riuscito a farlo perché il suo volto sornione, la sua saggezza in perle e pillole di comicità, la sua gestualità, le sue ricette propinate nei talk-show ne hanno fatta una “Sora Lella” traghettata nel Duemila. Trasteverina di nascita ma cresciuta nel Rione Monti, madre di famiglia, sarta cinematografica, era impegnata con orli, rammendi e costumi quando l’Albertone nazionale la scovò sul set di un film e ne fece la moglie romana per antonomasia: procace, materna, decisa ed ironica. Anna Longhi h...
LINO TOFFOLO, TRA LE NUVOLE DI UN SOGNO Un volto buffo, uno sguardo sognante. Se si pensa a Murano, la culla del vetro soffiato, la parte forse più romantica e amena della “triste” Venezia, ecco che egli sembra materializzarsi, tra vasi e anforette, con l’aria dello scemo, che scemo non è. Lino Toffolo avrebbe compiuto novant’anni. La sua immagine è legata alla Tv in bianco e nero, a sigle e brani che hanno fatto la storia, come Johnny Bassotto   e   Oh Nina . Ma Toffolo è stato anche uno dei ragazzi del Derby Club di Milano assieme a Jannaci, Gaber e Cochi e Renato.  Tanto cinema (da Wërtmuller a Monicelli), tanto teatro (dalla Compagnia dei Delfini alle opere di Goldoni), ma soprattutto musica e televisione. Lino Toffolo, però, è rimasto nel cuore semplicemente un veneziano: un personaggio magico in un luogo magico. Figlio di un vetraio di Murano, vetraio egli stesso per qualche tempo prima di lanciarsi nel mondo della musica e dello spettacolo, promotore del dia...
IL NATALE “DENTRO” « Gli esseri umani si dividono in presepisti ed alberisti e questa è una conseguenza della divisione del mondo in mondo d’amore e mondo di libertà […]. L’alberista si serve per vivere di una scala di valori completamente diversa da quella del presepista. Il primo tiene in gran conto la Forma, il Denaro e il Potere: il secondo invece pone ai primi posti l’Amore e la Poesia ». Con queste poetiche e sublimi parole di Luciano De Crescenzo, tratte dalla sua opera prima, ovvero Così parlò Bellavista (il libro, non il film), mi accingo a fare una breve riflessione in questo freddo 25 dicembre 2024. Un Natale « come comanda Iddio»  con « tutti i sentimenti », come avrebbe detto Luca Cupiello, alias Eduardo De Filippo. Ecco, egli era forse l’emblema stesso dell’essere presepista e non alberista.  Sembrerebbe una banale distinzione in base ai gusti: così come c’è chi preferisce il Panettone al Pandoro, c’è chi preferisce l’Albero al Presepe. Chiariamo subito: chi scr...
FOSCO GIACHETTI, LA MALINCONIA IN UN VOLTO Nel suo nome c’era qualcosa di già scritto. Fosco, come il suo volto severo, perennemente accigliato, specchio dei suoi indimenticabili personaggi. Ma l’anima di Fosco Giachetti, quella, era tutto meno che velata. La sua statura fisica, il suo portamento, la sua recitazione dura, incisiva, la sua passione per il mestiere ne hanno fatto uno dei più grandi interpreti del cinema italiano tra gli anni ‘30 e ‘40, dopo gli esordi in teatro con Ermete Zacconi ed eccelse prove d’attore accanto a nomi come Renzo Ricci, Renato Cialente e Marta Abba.  Fosco Giachetti, fiorentino di Sesto, classe 1900, malinconico nel volto ma allegro nel cuore, che sapeva battere cadenzatamente verso tutto ciò che è lecito e giusto, divenne l’emblema dell’antieroe, dell’uomo tutto d’un pezzo, del militare integerrimo soprattutto in film di guerra e di avventura. A farne un divo fu il regista Augusto Genina, col quale diede gran prova di sé affermandosi come interpr...
IL RAGAZZO DI CAMPAGNA: LA FELICITÀ È UNA COSA SEMPLICE Tenerezza. È la prima parola che viene in mente riguardando un cult che compie oggi quarant’anni - usciva nelle sale il 21 dicembre 1984 - ma conserva tutta la freschezza dell’opera prima. Il ragazzo di campagna è sicuramente il film più amato tra quelli interpretati da Renato Pozzetto, qui nelle vesti di un contadino delle campagne pavesi deciso a mollare la zappa e a tuffarsi nella tentacolare vita cittadina, approdando a Milano a bordo di un trattore e bloccando il traffico in piazza San Babila.  Artemio conduce una vita apparentemente felice e tranquilla, accudito dalla anziana madre Giovanna e da Maria Rosa, una ragazzotta  da sempre innamorata di lui ma non corrisposta. Le sue giornate passano tra carico e scarico di letame, campi da arare e seminare e, una volta a settimana, lo spettacolo del treno che attraversa il borgo, a cui tutta la anziana popolazione assiste, stupefatta e felice. Una mattina, però, nel giorn...
IN GINOCCHIO DA TE: GIANNI, LAURA E UN AMORE A 45 GIRI Lui un militare di leva figlio di contadini che sogna di fare il cantante. Lei una graziosa sartina figlia del suo integerrimo maresciallo. Il golfo di Napoli lo sfondo perfetto per un amore che nasce, cresce e si sviluppa tra scorci suggestivi e note musicali. Gianni Traimonti e Carla Todisco, alias Gianni Morandi e Laura Efrikian, videro sbocciare il loro amore tra canzoncine e siparietti comico-musicali, tra una passeggiata mano nella mano sul lungomare e un giro sulle giostre di Edenlandia . Tra una gita in vaporetto e un bacio sotto la Fontana del Gigante.   In ginocchio da te , sessant’anni oggi - usciva nelle sale il 21 dicembre 1964 -, è sicuramente uno dei musicarelli più amati e conosciuti di sempre. Una delle perle di un genere che, spesso, pur di vendere qualche disco in più, vedeva registi e sceneggiatori inserire brani amatissimi all'interno di trame alquanto scontate e raramente divertenti, tra battute scioc...
ALBERTO LUPO: PAROLE, PAROLE DI LODE È stato l’uomo più carismatico della televisione italiana. Forse tra i più bravi attori prestati alla conduzione, ma sicuramente il più schivo. Il fascino, l’eleganza, la bravura e la voce di Alberto Lupo sono qualcosa di indimenticabile. Un concentrato di sensibilità emotiva, di presenza scenica, di talento e di garbo che raramente coincidono in una sola persona. Cominciò nella sua Genova - dove nacque un secolo fa, il 19 dicembre 1924 - con il teatro, passando dalle filodrammatiche al palcoscenico di quello che sarebbe diventato il Teatro Stabile della città. Poi passò al “Piccolo” di Milano con Strehler, affiancò in scena grandi come Gino Cervi per poi trovare spazio anche al cinema, esordendo nel kolossal    Ulisse , di Mario Camerini, nel 1954, ma restando per il grande schermo, purtroppo, soltanto una figura marginale.  Come dicevamo, infatti, la popolarità di Alberto Lupo è legata al piccolo schermo, a cui approdò a metà degli a...
VIRNA LISI, LA DONNA DEL SORRISO « Con quella bocca può dire ciò che vuole », sentenziava il Carosello di un dentifricio che aveva scelto il suo volto da fata turchina. Occhi azzurri, capelli biondi, elegante, raffinata, quasi eterea. Virna Lisi poteva dire davvero ciò che voleva. Bastava un suo sorriso (lavato o meno con quella specifica pasta per denti) per accendere cuori desiderosi di sognare nel suo sguardo, a sua volta, sognante.  Classe 1936, marchigiana di Ancona, scoperta da Giacomo Rondinella che la segnalò a un produttore cinematografico quando era ancora una adolescente, Virna Pieralisi ha avuto una carriera brillante, soddisfacente e pluripremiata, perché quel sorriso, lo abbiamo detto, non conosceva ostacolo alcuno. Semmai era lei, distendendo le labbra in quel sorriso, a dire di no, se lo credeva opportuno. Dagli esordi alla maturità, dagli sceneggiati televisivi in bianco e nero come Orgoglio e pregiudizio  e Una tragedia americana  alle moderne fiction c...
BUON COMPLEANNO, GIANNI! C’era un ragazzo , biondo, con gli occhi azzurri, che veniva da un paesino dell’Appennino bolognese. C’era un ragazzo  che ha fatto della sua Monghidoro il centro del mondo, portando il suo nome lontano, nelle sue lunghe  tournée . C’era un ragazzo , figlio di un calzolaio e di una casalinga, che cominciò a cantare nelle festicciole di paese prima di arrivare alle feste dell’ Unità , ma che era destinato a ben altre platee.  C’era un ragazzo che col suo sorriso smagliante e l’incedere dinoccolato arrivò in televisione nei primi anni ‘60, facendo innamorare tutte le ragazzine cantando Andavo a cento all’ora e Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte .   C’era un ragazzo che vestito da militare, tra le braccia di Laura Efrikian nei “musicarelli” di Fizzarotti, aveva convinto tutti che l’amore “da film” esisteva davvero al grido di In ginocchio da te , Non son degno di te e Se non avessi più te . C’era un ragazzo che dominava il palco ...