LINO TOFFOLO, TRA LE NUVOLE DI UN SOGNO
Un volto buffo, uno sguardo sognante. Se si pensa a Murano, la culla del vetro soffiato, la parte forse più romantica e amena della “triste” Venezia, ecco che egli sembra materializzarsi, tra vasi e anforette, con l’aria dello scemo, che scemo non è. Lino Toffolo avrebbe compiuto novant’anni. La sua immagine è legata alla Tv in bianco e nero, a sigle e brani che hanno fatto la storia, come Johnny Bassotto e Oh Nina. Ma Toffolo è stato anche uno dei ragazzi del Derby Club di Milano assieme a Jannaci, Gaber e Cochi e Renato.
Tanto cinema (da Wërtmuller a Monicelli), tanto teatro (dalla Compagnia dei Delfini alle opere di Goldoni), ma soprattutto musica e televisione. Lino Toffolo, però, è rimasto nel cuore semplicemente un veneziano: un personaggio magico in un luogo magico. Figlio di un vetraio di Murano, vetraio egli stesso per qualche tempo prima di lanciarsi nel mondo della musica e dello spettacolo, promotore del dialetto veneziano in tutto lo Stivale, tra le sue ultime fatiche prima della scomparsa - avvenuta nel 2016 per un infarto - realizzò un omaggio alla terra natia e all’arte dei maestri vetrai con Nuvole di vetro, un film dedicato all'antica tradizione del borgo lagunare. Perché, in fondo, se si ripercorre la sua carriera, tra canzoni, battute, sguardi persi nel vuoto, momenti di riflessione e di tenerezza (consiglio Scusate il disturbo, miniserie Tv di Luca Manfredi, accanto a uno straordinario Lino Banfi), Lino Toffolo è sempre apparso come un uomo con la testa fra le nuvole, perennemente assente, concentrato nel suo mondo. Eppure, solo in quel mondo lì, tra lagune, vetri soffiati e nuvole di suoni, Lino Toffolo ci ha regalato sogni meravigliosi, in cui continua a vivere con la sua simpatia e la sua arte.
A.M.M.
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