FRANCO INTERLENGHI, GLI OCCHI DELLA SPERANZA Chiari e limpidi, come la speranza del Dopoguerra. Quella di un popolo che voleva lasciarsi alle spalle un'epoca buia alla luce di un presente pieno di ottimismo. Gli occhi di Franco Interlenghi erano lo specchio di quell'Italia lì. La stessa che vedeva il piccolo Pasquale, il giovane "sciuscià" nei cui panni ad appena quindici anni, entrò di diritto nella storia del cinema. Giocava per le vie della sua Roma - dove nacque il 29 ottobre 1931-, quando seppe che a Cinecittà Vittorio De Sica stava cercando bambini per quel piccolo capolavoro che gli sarebbe valso un Oscar. Franco Interlenghi decise di tentare, e la fortuna lo assistette. Ma quello sguardo così intenso, sono certo, ebbe il suo merito. Era il 1946. Soltanto pochi anni dopo, la sua immagine di bravo ragazzo, magrissimo, bellissimo, scavezzacollo o ingenuo, rubacuori o tenero, ne fece uno dei più bravi attori del nostro cinema. Passò dal neorealismo alla commed...