MANFREDI, UNA LEGGENDA CHIAMATA “NINO”
Ricordo perfettamente quel 4 giugno 2004. Appena rientrato da una bellissima gita scolastica appresi la notizia che ormai, da qualche tempo, tutti si aspettavano. L’ictus un anno prima, poi il degenerare della malattia negli ultimi mesi e quel caldo giorno di giugno la terribile notizia: Nino Manfredi non c’era più. Per me fu un grande dispiacere.
Avevo solo dodici anni, ma Manfredi era già diventato il mio eroe. Nei panni di Nino Fogliani, il brigadiere di polizia in pensione che andava (svogliatamente) a pescare per tenersi a distanza dalle indagini del suo ex Commissariato, diretto dalla figlia Linda (Claudia Koll), ma si trovava irrimediabilmente sulla pista giusta per risolvere il caso. L’ultima grande prova di un attore dalla vita straordinaria e rocambolesca. L’infanzia povera in Ciociaria, l’esperienza del sanatorio per guarire dalla tubercolosi, la laurea in Legge per far contento il padre, l’Accademia d’arte drammatica, gli esordi in teatro, i primi piccoli ruoli al cinema, il successo televisivo con “Canzonissima ’59” e poi la grande “commedia all’italiana” che lo consacrò per sempre alla leggenda. Una leggenda che vale la pena conoscere e che sento di dover raccontare, da umile e devoto fan fin da quando indossavo i calzoni corti. Ebbene, a vent’anni dalla sua scomparsa, vi invito a leggere l’ampio articolo che gli dedicai nel centenario della sua nascita, disponibile al link di seguito.
https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2021/03/manfredi-un-volto-cosi-tanto-pe-sogna.html
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