IL "VALOROSO" ORLANDO
Un nome che richiamava alla mente la poesia latina e il poema epico, un talento sudato sui più grandi palcoscenici nazionali e un volto ormai dimenticato. Orazio Orlando avrebbe compiuto novant'anni oggi se solo un infarto non lo avesse strappato alla vita troppo presto, nel 1990, su quelle assi di legno dove per decenni aveva ricevuto applausi e consensi.
Dal cinema con Petri (braccio destro di Volonté ne "Indagine su un cittadino...") alla televisione con gli sceneggiati di Bolchi ("I miserabili") e Majano ("Qui squadra mobile") passando per il teatro, dalle pièce antiche al repertorio brillante, Orazio Orlando ha avuto una carriera breve ma intensa, silenziosa e discreta come la sua persona: elegante e misurata, schiva e gentile, incapace di agitare le braccia o alzare la voce pur di farsi notare. E in un mondo dell' "apparire" come quello dello spettacolo queste virtù spesso si pagano a caro prezzo. Eppure la sua luminosa parabola è ricca di ruoli e interpretazioni lodevoli, a volte di contorno ma comunque in grado di evidenziarne il valore. Quello di un uomo e di un attore che meritano di essere ricordati. Al link di seguito vi ripropongo l'ampio articolo da me redatto tre anni fa, nel trentennale dalla scomparsa. Un omaggio alla bravura e alla serietà di un piccolo-grande protagonista del teatro italiano.
L'articolo è fruibile al seguente link:
https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2020/12/lorlando-del-teatro-italiano-gli.html
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