MARCO TULLI: "ALL'ALTEZZA" DELLA SCENA
Alto, segaligno, un naso lungo che faceva ombra e uno sguardo a metà strada tra il truce e l'indifferente. Non a caso, Marco Tulli è passato alla storia come lo "Smilzo", fedelissimo scagnozzo di Peppone/Gino Cervi nella fortunata serie di film tratta dai romanzi di Guareschi. Ma la sua allampanata figura apparve in oltre cento film, sempre nelle vesti di caratterista.
Impiegati, ladruncoli, individui pedanti e puntigliosi sono le varie "maschere" indossate da Tulli nella sua lunga carriera, che lo vide esordire fin dagli anni '40 sul palcoscenico, dall'avanspettacolo al teatro di Strehler, per arrivare poi agli sceneggiati televisivi e ad un'infinita presenza sul set che lo vide lavorare con Steno, Comencini, Monicelli, passando dalla commedia sentimentale a quella "all'italiana" senza contare parodie e b-movie. Una brillante parabola artistica sempre "all'altezza" (in centimetri e in bravura) in cui il suo volto allungato riuscì a dominare la scena seppur in ruoli quasi sempre marginali o di contorno. Un grande caratterista che, a quarant'anni dalla sua scomparsa - sopraggiunta il 20 marzo 1982 -, voglio ricordare riproponendovi l'ampio articolo redatto qualche tempo fa, nell'anniversario della sua nascita. L'articolo è fruibile al seguente link: https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2020/11/marco-tulli-illustre-caratterista-per.html
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