BALLANDO CON LE STELLE, VENT’ANNI DI EMOZIONI MAI DELUSE
«Ho voglia di ballare con te/ ballando
con le stelle io e te/ al ritmo del tuo cuore con te/ soltanto io e
te». Lampadari di cristallo, costumi scintillanti, questo
indimenticabile refrain e al centro della pista, in mezzo a ballerini
professionisti e a volti noti dello spettacolo timorosi di sbagliare
un passo, eccola lì, in tutta la sua bionda eleganza, la regina del
sabato sera: Milly Carlucci. Era l’8 gennaio 2005 quando, per la
prima volta, l’Auditorium Rai del Foro Italico di Roma si trasformava
in una gigantesca pista da ballo in cui mettere alla prova uomini,
donne e risorse televisive e riportare in auge la brillantezza del
varietà del sabato sera.
Da allora, Milly Carlucci, affiancata da Paolo Belli e dalla sua Big Band, ci ha regalato serate indimenticabili, dove la
leggerezza, l’eleganza, la fatica e l’abnegazione che la danza
richiede hanno dato vita a momenti di spettacolo indimenticabili, in
cui uomini e donne più o meno popolari al grande pubblico si sono
trasformati per qualche settimana in ballerini provetti, in grado di
passare con disinvoltura da un Tango a un Valzer, da un Samba a un
Quick Step, grazie alla professionalità di eccellenti maestri
reclutati nelle migliori sale da ballo, in Italia e all’estero.
Ballando con le stelle compie ben vent’anni di attività, vissuti
tra cambiamenti, innovazioni, battibecchi, giurie agguerrite,
professionisti della danza competenti e decisi e vip più o meno
pronti a mettersi in gioco e a dimostrare di essere all’altezza di
una competizione dove il ballo, in verità, è soltanto una parte
dello show. Da quella prima puntata ne sono cambiate tante di cose.
Al tempo il ballo “puro” aveva una importanza fondamentale. La
giuria non era quella di oggi. Essa infatti ha cambiato più e più
volte formazione, eccezion fatta per Guillermo Mariotto, l’eccentrico
stilista che suscita simpatia e timore con la sua votazione perennemente tendente allo “0” o al “10” con la medesima
naturalezza. In quella edizione, inoltre, vinta da Simone Di Pasquale
(storico maestro di Ballando) in coppia con Hoara Borselli, c’era
anche Fabrizio Frizzi, che pur non arrivando alla finale riuscì a
conquistare tutti con la sua proverbiale simpatia e la sua
“incosciente” semplicità. Perché far divertire è una delle
tante regole non scritte di Ballando con le stelle. Oltre a
dimostrare di conoscere la tecnica, il vademecum del ballerino
perfetto (certificata dalla presenza in giuria della bravissima
Caroline Smith), bisogna anche saper emozionare, superare i propri
limiti, essere in grado di svelare una parte di sé, con la
consapevolezza di essere dentro un gioco. Un gioco che, spesso, ha
dato adito a incomprensioni, battibecchi e frecciatine tra i membri
della giuria e alcuni concorrenti. Ma l’ago della bilancia, ovvero
Milly Carlucci, sa sempre come riequilibrare il tutto, con la sua
gentile presenza e la sua indefessa professionalità. Perché a
vent’anni da quella prima puntata c’è sicuramente qualcosa che
non è cambiato: lo spirito di Ballando con le stelle. Un varietà
che vuole regalare qualche ora di svago e di serenità,
coinvolgendoci nelle sue storie, attraverso le emozioni, i timori e
le paure dei suoi protagonisti, tra un giro di Valzer e lo sfrenato
ancheggiare di un Jive, sotto le luci di una ribalta dove a emergere
è, prima di tutto, la qualità di un prodotto che da due decenni
tiene incollati al video milioni di telespettatori che sanno di
potersi aspettare di tutto, meno una cosa. Restare
delusi.
A.M.M.
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