ADIEU, ALAIN!
“Faccia d’angelo” tra gli angeli. Forse, dopo anni di elogi, successi, tormenti (in scena e fuori), passioni e amori, Alain Delon ha finalmente guadagnato il suo posto d’onore. Lassù, tra le nuvole, l’affascinante uomo rimasto per sempre ragazzo, anche con qualche chilo in più e i capelli bianchi, ha ritrovato tanti compagni del suo passato di onori e glorie.
Luchino Visconti, il regista che lo ha lanciato a livello internazionale, prima con “Rocco e i suoi fratelli”, poi con “Il Gattopardo”. Jean-Paul Belmondo, altra icona del cinema francese con cui ha condiviso la fama e l'amore delle donne, come nel cult “Borsalino”. E poi Renato Salvatori - protagonista con lui in "Rocco e i suoi fratelli" -, il nostro “povero ma bello” che proprio Delon riuscì a far riemergere in Francia, quando nel Belpaese la sua parabola artistica cominciava a discendere miseramente. Proprio Alain Delon, unito a lui da una grande amicizia, ospite una quindicina di anni fa a “I migliori anni”, ci tenne a ricordare Salvatori quale grande attore che il cinema italiano aveva dimenticato con troppa facilità. Perché Alain Delon non era soltanto un bellissimo attore, ma anche una bella persona. La sua vera bellezza era nella profondità del suo cuore, nell’azzurro abisso dei suoi occhi, limpidi come centinaia e centinaia di fotogrammi che in queste ore si sono affastellati davanti ai nostri sguardi attoniti, per affidare a un’immagine il momento della sua scomparsa. Ma non bisogna essere tristi, bensì grati. Perché il posto degli angeli non è la terra ma il cielo. E proprio lì, in cielo, “Faccia d’angelo” è salito accolto ancora una volta da applausi. Scroscianti, calorosi, sinceri ma soprattutto eterni. Adieu, Alain!
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