Passa ai contenuti principali

 CARLETTO SPOSITO, BRILLANTE ECLETTISMO


 È passato alla storia come un caratterista, ma la sua vita artistica lo ha visto presente un po' dappertutto. Dagli spettacoli radiofonici al cabaret, dal teatro di rivista a quello di prosa, prima ancora di arrivare al cinema e alla televisione. 



Siciliano di Palermo - dove nacque un secolo fa, il 1° maggio 1924 -, fratello minore del celebre paroliere Raffaele Sposito (in arte Faele), Carletto Sposito ha rappresentato per anni il ragazzotto ingenuo e bonaccione, dal volto paffuto e sincero. Ha lavorato con registi come Luciano Emmer, Carlo Ludovico Bragaglia, Marino Girolami, Luigi Comencini, ma anche Alberto Lattuada, Giuseppe De Santis e Mauro Bolognini, passando dal comico al drammatico. 


Da sinistra, Toni Ucci, Carletto Sposito ed Enzo Garinei in scena nel 1961.


Ma Carletto Sposito ha lasciato soprattutto il segno in commedie brillanti e commerciali, passando dal fidanzato siculo geloso all'amico tonto e generoso, recitando al fianco di attori come Walter Chiari, Paolo Panelli, Aldo Fabrizi, Mario Carotenuto, Enzo Garinei, Toni Ucci e tanti, tanti altri. 


In alto, Carletto Sposito con Paolo Panelli in "Parigi è sempre Parigi" (1951) di Luciano Emmer.
In basso, da destra, Enzo Garinei, Sposito, Claudio Villa, Toni Ucci e Carlo Delle Piane in "Serenata per 16 bionde" (1957) di Marino Girolami.


Il teatro, tuttavia, fu il luogo in cui Sposito trovò più occasioni per emergere e dove mostrò maggiormente la sua duttilità passando dalla rivista con la Osiris al varietà musicale con Garinei & Giovannini (per "Delia scala show" ricevette anche la prestigiosa "Maschera d'argento") fino al teatro di prosa, dividendo la scena con Turi Ferro allo Stabile di Catania. In televisione, poi, prese parte ad alcuni programmi negli anni '60, come la celeberrima serie per ragazzi "Giovanna, la nonna del Corsaro Nero", accanto ad Anna Campori e Pietro De Vico. Dagli anni '70, invece, Sposito si ritrovò a ripetere le sue antiche "sagome" nel neonato filone sexy e nella commedia trash, alternando ciò ad alcune serie e sceneggiati televisivi, lavorando praticamente fino alla morte, sopraggiunta l'8 settembre 1984, per un attacco cardiaco. Ma nonostante la sua carriera si fosse arenata negli ultimi anni, Carletto Sposito rimane un personaggio importante per il suo eclettismo, per la simpatia e per quella brillantezza poliedrica che, purtroppo, non gli hanno impedito di essere dimenticato.

Commenti

Post popolari in questo blog

DON CARLO CASCONE, IL RICORDO DI UN SORRISO DOLCE Braccia dietro la schiena, busto leggermente inclinato in avanti e su, un piede dopo l'altro, per la salita di Sant'Antuono, col basco calcato in testa e la tonaca svolazzante. Me lo ricordo così, don Carlo Cascone, quando la mattina, con la pioggia o con il sole, veniva a celebrare la messa feriale a pochi passi da casa mia, nella chiesetta di Sant'Antuono. Ci incontravamo sempre: io andavo a scuola e lui usciva dalla chiesa, a messa finita, fermandosi a parlare con i suoi parrocchiani, tra cui c’erano anche le mie nonne, Rosa e Assunta. Classe 1920, nativo di Lettere, vicino Napoli, don Carlo ha trascorso per oltre cinquant’anni la sua vita, terrena, spirituale e missionaria, a Lagonegro, in provincia di Potenza, dove è stato ordinato sacerdote nel 1943.  Monsignore per merito e per grazia dei suoi fedeli, prete saggio, generoso e popolare, devotissimo della Madonna di Sirino, al cui seguito, per decenni, è salito sulla ve...
C'ERA UNA VOLTA, IL TEATRO DELLE VITTORIE! Nell’estate televisiva in cui le menti offuscate dall’afa si ridestano, a sera, ai ricordi di  Techetecheté , ci capiterà di rivederlo. Nelle sue splendide scenografie, dal bianco e nero al colore, nei conduttori in abito da sera, da Lelio Luttazzi a Fabrizio Frizzi, negli acuti di Mina, nella diplomazia di Pippo Baudo, nelle mille luci di una facciata, quella di uno dei teatri più celebri della Rai, che era essa stessa un inno al divertimento del sabato sera. Da qualche tempo, quell’ingresso, per anni abbandonato al degrado estetico, è stato restaurato ma “in povertà”, lontano dai fasti di una storia cominciata ottant'anni fa, nel 1944, quando il Teatro delle Vittorie, sito in via Col di Lana, a Roma, veniva inaugurato nientepopodimeno che da una rivista di Totò e Anna Magnani.   Il "luminoso" ingresso del Teatro delle Vittorie.   Il delle Vittorie era un grande teatro specializzato negli spettacoli di varietà e rivista. Bal...
GIUSEPPE GUIDA, PASSIONE MAESTRA Un maestro, nel senso più “elementare” del termine. Perché prima che professore, preside, sindaco democristiano, storico e scrittore, Giuseppe Guida è stato, a mio avviso, un maestro. E non solo perché si diplomò allo storico Istituto Magistrale di Lagonegro. Giuseppe Guida possedeva infatti le qualità che - sempre a mio parere - dovrebbero essere proprie di un vero insegnante elementare (e non solo): empatia, sguardo lungo, curiosità, intelligenza. E di intelligenza “Peppino” Guida diede dimostrazione fin da bambino.  Nato il 17 settembre 1914, da proprietari terrieri del Farno, zona rurale alle porte di Lagonegro (Pz), Peppino era terzo di sette figli e i genitori, per permettergli di studiare, lo affidarono agli zii materni, commercianti, che si occuparono della sua istruzione. I loro sacrifici non furono vani e infatti Peppino Guida diede prova di grandi capacità intellettive e non solo. Accanto alla passione per gli studi umanistici, che lo con...