CHARLES AZNAVOUR, LA POESIA DI UN ANIMO SENSIBILE
"Io sono un istrione /Ma la genialità è nata insieme a me". Un secolo fa, il 22 maggio 1924, all'ombra della Tour Eiffel, quel genio istrionico di Aznavour veniva alla luce per la gioia di chi ama la musica autentica, quella in grado di far vibrare le corde dell'animo.
Se Sinatra era "The Voice", La Voce - scrissi al momento della sua scomparsa, nell'ottobre del 2018 -, Charles Aznavour era senza dubbio "The Soul", "L'Aime", ovvero l'anima. Perché nei brani del grande chansonnier lanciato da Édith Piaf dai locali parigini ai palcoscenici mondiali emerge a ogni nota la sua profonda sensibilità d'animo. Il suo romanticismo, la sua vena malinconica, il suo vibrato e le sue parole, profonde, meditate, ci hanno regalato brani che il cantautore francese di origini armene ha eseguito in sette lingue, tra cui l'italiano. "È triste Venezia", "Ed io tra di voi", "Lei", la sopracitata "L'istrione" sono senza dubbio le canzoni più celebri. Versi e musica in cui la melanconia si mescola alla passione, la tristezza alla gioia di vivere, il tormento alla leggerezza in un'armonia perfetta. Quella del cuore di un poeta che, come i suoi versi, non morirà mai davvero.
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