RUGGERO ORLANDO, UNA VOCE "LIBERA"
"Qui Nuova York, vi parla Ruggero Orlando". Professionale, sobrio, a tratti ironico, impeccabile in ogni condizione, con quella frase d'incipit che lo ha reso un mito immortale. Ruggero Orlando, il Telegiornale degli anni '60, le imprese spaziali americane, il battibecco col collega Tito Stagno nella notte in cui l'uomo compì il "grande passo per l'umanità" rappresentano ancora oggi immagini vive, autentiche, di un modo di fare informazione forse artigianale, ma senza dubbio sincero e schietto.
Laureato in Matematica, corrispondente per l'EIAR da Londra prima della guerra. "Voce" della BBC e della celebre Radio Londra, Ruggero Orlando divenne uno dei volti più amati della neonata Rai TV alla fine degli anni '50, con le sue leggendarie corrispondenze da New York, in quell'America da cui ci separavano giorni o ore interminabili, di mare o di volo (ma allora l'aereo era un lusso per pochi). Il suo saluto, all'ombra della Statua della Libertà, divenne immortale con l'imitazione che ne fece il grande Alighiero Noschese, ma per Ruggero Orlando il vero successo era legato al suo essere rigoroso, anticonformista e libero. E la libertà, si sa, ha sempre un prezzo, e Ruggero Orlando lo pagò, lasciando la Rai quando capì che non era più il posto giusto. Tentò la strada della politica, col PSI, si dedicò alla scrittura di libri. Ma quando se ne andò, trent'anni fa, il 18 aprile 1994, colpito dal cancro, il suo volto e quella voce "libera" tornarono sui nostri schermi, per salutare un uomo che la storia l'ha raccontata ma, a suo modo, ha anche contribuito a farla.
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