GABRIELLA FERRI, PASSIONE VERACE
Era il 3 aprile 2004. Sono passati vent'anni dal suo addio. Un addio che ha il sapore del melodramma, ma anche del mistero. Un paese del viterbese, un balcone e un salto verso il basso. Un incidente (abuso di tranquillanti, perdita di conoscenza) o un gesto volontario? Chi lo sa. Di sicuro, Gabriella Ferri aveva lasciato la sua Roma da tempo. La Roma di Trastevere, dei fruttaroli di "Campo de' Fiori" e dei barcaroli del Tevere. Della musica popolare e vernacolare da lei fatta propria.
La "Vecchia Roma" che, con Enrico Montesano - suo giovane partner in "Dove sta Zazà", negli anni '70 -, aveva cantato appena tre mesi prima, nel varietà televisivo "Trash (non si butta via niente)" su Raiuno. Il lungo sodalizio con Luisa De Santis (figlia del "papà" del Neorealismo), le tournée in America latina, il Salone Margherita e la televisione col Bagaglino e una vita vissuta sull'onda emotiva, a qualunque costo, a qualunque prezzo. La sua debolezza, però, non emergeva mai quando cantava. Perché la sua voce roca, suadente, appassionata è sempre stata forte, e riecheggia ancora nei vicoli di quella Roma "verace" come lei.
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