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FRANCO BASAGLIA, LA SANITÀ DEI FOLLI E LA FOLLIA DEI SANI


La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia.” Fu questa la sua missione: fare in modo che la follia venisse socialmente accettata, come una componente “naturale” dell’essere umano. Una componente da tenere sotto controllo, naturalmente, ma per permettere a quella persona di sentirsi uguale agli altri. 



Franco Basaglia avrebbe compiuto cento anni - nasceva, a Venezia, l’11 marzo 1924 - ma è passato un secolo anche dai tempi in cui se si era anche semplicemente inclini alla tristezza e poi improvvisamente allegri (il cosiddetto “disturbo bipolare”) si finiva in manicomio. Un ospedale in cui, in teoria, si sarebbero dovute ricevere cure e dove invece il “pazzo” veniva di fatto rinchiuso e abbandonato a se stesso. Franco Basaglia, laureato in medicina e specializzato in malattie nervose e psichiatriche, aveva lasciato ben presto la carriera universitaria per dedicarsi al malato. Aveva “vissuto” il manicomio, dalla parte di chi cura. Tra Gorizia e Trieste aveva potuto constatare cosa accadesse davvero negli ospedali psichiatrici. Elettroshock come tranquillante, camicie di forza, psicofarmaci. Tutto ciò che servisse a placare l’indole del “pazzo” che pazzo, poi, non era. Basaglia, infatti, era convinto che il normale iter con cui venivano trattati i pazienti di un manicomio era soltanto una punizione ingiusta. La follia esiste, la follia fa parte dell'essere umano, anche di quello apparentemente sano, e va semplicemente curata. Con terapie opportune, però, e soprattutto non con pratiche come l’isolamento, che di fatto portava nella maggior parte dei casi alla sola e possibile conclusione: la morte. Il nome di Basaglia, come sappiamo, è legato alla legge 180, nota appunto come “Legge Basaglia”, che nel 1978 portò alla definitiva chiusura dei manicomi e alla riforma dell’assistenza psichiatrica ospedaliera (ne ho parlato qui, tempo fa:https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2018/05/la-follia-e-diversita-oppure-aver-paura.html). Dopo due anni da quella legge, Basaglia morì, troppo presto per rendersi conto di quel cambiamento epocale, ma che sarebbe stato impossibile senza il suo personale impegno costato anni. Anni di studio, di formazione, di informazione, di esperienza sul campo che lo videro battersi contro i pregiudizi, contro l’omertà di un sistema brutale e consapevolmente fallace, contro il pensiero comune e vincere soltanto una battaglia di una guerra (purtroppo) ancora in atto: la sanità dei folli e la follia dei sani.

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