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C'È UN TEMPO CHE CI ATTENDE: BUONA PASQUA!


Trascorriamo la nostra vita in preda al tempo. Non facciamo altro che pianificare, organizzare, ma anche procrastinare come se ci fosse sempre un domani. Seneca diceva che ci lamentiamo di aver sempre poco tempo ma in realtà la maggior parte lo sprechiamo. Tutto giustissimo, ma il punto è: dove vogliamo arrivare? Perché tutta questa fretta? È il mondo d’oggi che va così, è vero, non dipende neanche da noi (o forse sì?), ma di sicuro tutto questo comporta una fisiologica diminuzione della nostra capacità di comprensione di noi stessi e degli altri. Non si fa in tempo a concentrarsi su una qualsiasi cosa (che sia un libro, un film, un progetto di vita o la persona che ci sta accanto e che ci chiede un qualunque consiglio) che subito qualcos’altro subentra e manda in malora tutti i nostri piani destabilizzandoci.



 Ebbene, credo che la Settimana Santa, uno dei momenti più importanti per chi si professa cristiano, rappresenti il “carpe diem” di oraziana memoria, l’attimo fuggente da cogliere per provare a dare una svolta alle nostre vite. Al di là delle uova di cioccolato con i loro bei nastrini colorati e le carte argentate, delle pastiere, dei "casatielli" e di tutte quelle altre cose buone con cui deliziamo i nostri palati in questi santi giorni, la Pasqua, ovvero la resurrezione di Gesù dal Sepolcro, regala a tutti una visione diversa delle nostre esistenze. Lo stress, la fatica quotidiana, problemi di vario ordine e natura, futili preoccupazioni legati alle nostre singole esistenze ed età ci rendono sempre più vulnerabili e meno pronti alla vita di tutti i giorni che diventa sempre più complicata. Ma la Pasqua è proprio il momento giusto per fermarsi un attimo e pensare. Un momento di riflessione su un fatto non solo storico-religioso ma soprattutto umano. Gesù offeso, umiliato, rinnegato, ma soprattutto risorto. L’inizio di una nuova vita, una promessa per tutti noi. Un regalo importante, da non intendere soltanto come una certezza di vita post-mortem (a cui chi crede si aggrappa con fede). La “rinascita”, il nuovo inizio, vale quotidianamente. Si cade ogni giorno, così come ogni giorno ci si rialza. E allora è inutile affannarsi più del dovuto, dispiacersi per ciò che non vale la nostra attenzione. È inutile anche fare progetti a lunga scadenza se ciò significa caricarsi di un peso ulteriore. Ciò che conta, davvero, è sapere che non esiste una fine se non c’è un nuovo inizio. “Si chiude una porta, si apre un portone”, per citare un vecchio detto. Quello che però vale la pena sapere è che credere nel domani ci aiuta anche a vivere meglio l’oggi, senza rimuginare troppo su ciò che è stato o su quel che sarà. “C’è un tempo per capire, un tempo per scegliere, un altro per decidere. C’è un tempo che abbiamo vissuto, l’altro che abbiamo perso e un tempo che ci attende”, scriveva, ancora, Seneca. Pertanto, gioiamo di questo e teniamoci pronti per il tempo che ci attenderà già da domani. Una certezza, non un proposito. Perché un tempo nuovo, un nuovo inizio, arriverà di certo. Che sia “buono”, dipende da noi. Buona Pasqua a tutti!

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