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 CIAO, SANDRA!


Ha scandalizzato l'Italia bigotta e perbenista degli anni '60 con le sue forme prorompenti e i seducenti ammiccamenti. Ha vissuto sul filo della leggerezza i suoi novant'anni, fatti di cinema, amori e follie. Eppure, alla fine, se n'è andata in silenzio, accudita dai suoi cari, come una qualunque signora borghese. Una di quelle che la felliniana Sandrocchia disprezzava nelle pellicole del maestro riminese che fu anche un suo grande amore. 



Sandra Milo non ha mai rinunciato ad essere se stessa, e forse proprio questo, al netto della sua bravura e delle sue indubbie doti recitative, non le ha permesso di vedere riconosciuto appieno il proprio talento. Ma chi ha amato la sua bravura, la risatina frivola, i suoi vaporosi capelli biondi e la sua eleganza nell'esprimere la sua sincera essenza sa che le è stato fatto un grande torto. Ma poco importa, perché ciononostante la "signora" Milo ha sempre saputo di valere. E il suo valore, andandosene via senza clamori, nella serenità del suo privato, l'eccentrica antidiva, l'attempata donna rimasta bambina nell'animo, l'ha sbattuto in faccia a tutti quelli che l'hanno sempre presa in poca considerazione. Ciao, Sandra!

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