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 IVO GARRANI, STATURA E RISERBO


Sguardo severo, voce profonda, fisico imponente. Un vero "monumento" del teatro italiano, ma anche un attore di cinema e televisione, oltre che apprezzato doppiatore. Uno con un tal curriculum, non può rischiare di essere dimenticato. Ivo Garrani è una di quelle figure che se non fossero esistite sarebbe stato un dramma, vero. Perché di "finti", Garrani ne ha interpretati molti nella lunga carriera che va dal Dopoguerra al nuovo millennio. 




Cominciò nel 1943 con Tamberlani, poi lavorò con Anton Giulio Bragaglia, Squarzina, Strehler, mostrando a tutti la sua solida recitazione, spesso cinica, raramente ironica. Con Enrico Maria Salerno e Giancarlo Sbragia fondò una compagnia, "Attori Associati", che proponeva commedie innovative e impegnate. 


Ivo Garrani in scena con Lea Padovani in "Le confessioni della signora Elvira" di Mimo Roli e Giancarlo Sbragia. Teatro Odeon di Milano, 1965.


E proprio "impegnato" fu il cinema in cui Ivo Garrani offrì gran prova delle sue doti drammaturgiche: "Il gobbo" e "Il processo di Verona" di Lizzani, "Dieci italiani per un tedesco" di Ratti, "Il Gattopardo" di Visconti. Ma, dopo il doppiaggio e la prosa radiofonica, il suo impegno maggiore fu quello con la televisione.


In alto, Ivo Garrani in "Dieci italiani per un tedesco (Via Rasella)" (1962) di Walter Filippo Ratti.
In basso, Garrani con Annamaria Ferrero ne "Il gobbo" (1960) di Carlo Lizzani.



 Fu il papà di Rita Pavone ne "Il giornalino di Gian Burrasca" di Lina Wertmüller, il Duce ne "La resa dei conti" di Marco Leto e potremmo ancora citare altri grandi sceneggiati, fino ad arrivare alle moderne fiction, che lo hanno visto anziano, imbiancato ma sempre incisivo nelle sue interpretazioni. Tuttavia, per suo carattere, Ivo Garrani non ha mai ostentato alcunché. 


In alto, Ivo Garrani con Rita Pavone ne "Il giornalino di Gian Burrasca" (1964) di  Lina Wertmüller.
In basso, nei panni di Mussolini ne "La resa dei conti" (1969) di Marco Leto.



Ha fatto il suo lavoro, ha seguito la sua passione fino in fondo e ha dato tutto quel che ha potuto, forse anche di più, pur restando sempre schivo e umile. Così come ha sottolineato il figlio Toni (che ne ha seguito le orme), annunciandone la scomparsa nel marzo del 2015. Chi è riservato, però, spesso viene lasciato in ombra, rischiando di essere dimenticato. Per Ivo Garrani, a un secolo dalla nascita, ciò non può e non deve accadere. Proprio per questo, ricordarne il volto e la statura artistica era più che doveroso, giusto.

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