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 PINA GALLINI: DIVERSAMENTE BELLA, INVERSAMENTE BRAVA


 Se ne andava cinquant'anni fa, il 31 gennaio 1974, nella casa di riposo per artisti di Bologna, lontana dalle scene che l'avevano vista protagonista fin dagli anni '30. Pina Gallini è una delle più grandi meravigliose caratteriste che il cinema italiano abbia avuto. 



Allampanata, magrissima, dal volto ossuto e occhialuto, decisamente non bella, ha incarnato alla perfezione figure femminili antipatiche o dolci, severe o sagge con una bravura incredibile. 


In alto, da sinistra, Ave Ninchi, Pina Gallini e Totò in "Totò e le donne" (1952) di Steno e Monicelli.
In basso, da destra, Giorgio Gandos, Pina Gallini, Toni Ucci, Carlo Delle Piane e Claudio Villa in "Serenata per 16 bionde" (1957) di Marino Girolami.



Classe 1888, emiliana di Bodeno, esordì in teatro con Cesco Baseggio ed Eleonora Duse ma è stato il grande schermo a conferirle il successo. Da Raffaello Matarrazzo a Marino Girolami, da Mario Bonnard a Steno, da Alessandro Blasetti a Camillo Mastrocinque, Pina Gallini ha preso parte a decine di pellicole interpretando quasi sempre lo stereotipo della zitellona antipatica, della madre racchia, della anziana e saggia cameriera oppure dell'istitutrice inflessibile partecipando soprattutto a commedie farsesche o sentimentali, lavorando accanto ad attori del calibro di Totò, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi e tanti, tanti altri. 


Pina Gallini con Ugo Tognazzi in "Il mio amico Jekill" (1960) di Marino Girolami.


Divenne infatti una presenza ricorrente, tanto da essere sfruttata più e più volte dai medesimi registi per interpretare ruoli a lei congeniali. Si ritirò dalle scene nei primi anni '60, con all'attivo una novantina di pellicole e altrettanti personaggi. Personaggi ironici e indimenticabili di una "diversamente bella" e inversamente brava.

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