ENNIO DE CONCINI: IL "DOLCE" TRATTO DELLA VITA
Una "penna" gentile, sottile e discreta. Un grande narratore che ha raccontato tutto col cuore. Ennio De Concini è forse poco ricordato, ma le sue storie parlano ancora oggi per lui. Il cinema l'ha fatto, bene, e per questo è stato anche premiato.
Da Dino Risi a Florestano Vancini, da Mario Monicelli a Pietro Germi - col quale vinse l'Oscar per il miglior soggetto e la migliore sceneggiatura di "Divorzio all'italiana" -, De Concini ha sperimentato tutto: il film avventuroso e il peplum, il melodramma e la commedia all'italiana.
In alto, Ferruccio Amendola e Maria Fiore in "Quei trentasei gradini" (1984). In basso, Ferruccio Amendola col figlio Claudio in "Pronto soccorso" (1990). |
Ma, a mio avviso, è con la televisione che ha dato il meglio di sé. Negli anni '80, infatti, Ennio De Concini ha firmato prestigiose fiction Rai quando ancora si chiamavano sceneggiati. Dai primi tre capitoli de "La piovra" a pittoreschi, affettuosi e realistici affreschi della sua città attraverso il volto e la voce di Ferruccio Amendola, da "Quei trentasei gradini" a "Pronto soccorso", passando per "Little Roma". Racconti tratteggiati con dolcezza e con amore. Racconti autentici come il suo affetto verso quella città che lo vide nascere un secolo fa, e poi vivere, scrivere e morire. E ancora oggi, ne sono certo, ne conserva memoria.
Commenti
Posta un commento