GIULIANO GEMMA, EROE IMMORTALE
Bello, prestante. Un volto d'angelo e un sorriso gentile, a metà tra il bravo ragazzo e il simpatico mascalzone. Che indossasse i luridi panni di Ringo nei western di Tessari (il suo "padrino") o eleganti abiti scuri nelle moderne fiction Rai, Giuliano Gemma rimaneva sempre identico a se stesso. Un uomo affascinante, aitante, energico. Uno che aveva fatto dello sport la sua passione, seconda solo al cinema, che iniziò a frequentare giovanissimo nella sua Roma - dove nacque il 2 settembre 1938 -, presentandosi a Cinecittà come comparsa o stuntman.
Pugile dilettante, amico di Nino Benvenuti, vigile del fuoco di leva, cresciuto tra Reggio Emilia e la Capitale, Gemma ha lavorato con tutti i più grandi registi italiani: da Visconti - che gli affidò il ruolo di un garibaldino ne "Il Gattopardo" - a Zurlini, da Vancini a Squitieri, passando per il già citato Tessari che lo lanciò col personaggio di Ringo, il pistolero "Faccia d'angelo". Ma che fosse un film western o d'avventura, storico o mitologico, oppure ancora che si trattasse di una fiction per famiglie (da "Angelo il custode" a "Butta la luna") Giuliano Gemma risultava sempre al posto giusto, con la sua recitazione misurata, l'indubbia presenza scenica e il fascino di chi se la cava sempre, in ogni condizione. E che un uomo audace come lui, in scena e nella vita, trovasse la morte sul litorale romano in un banale incidente stradale, il 1° ottobre 2013, dieci anni fa, è quasi incredibile. Ma una consolazione, in fondo, c'è. Giuliano Gemma era un eroe, e i veri eroi non muoiono mai.
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