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 NANNAR'È


"Non recita, vive le parti che le vengono assegnate. È già un'attrice". Era una ragazzina, eppure Silvio D'Amico, direttore della Scuola di recitazione Eleonora Duse (diventata poi l'Accademia d'arte drammatica che porta il suo nome), aveva già capito tutto. Perché Anna Magnani, "Nannarella", non ha mai recitato. Ha sempre fatto sue quelle vite, quelle gioie e quei drammi. Ha prestato corpo, anima e voce a tante figure femminili, a storie di miserie e di abbandoni, di dolori e di speranze. A vite così simili alla sua: piene di emozioni ma anche di sofferenza. Un padre che non l'ha mai voluta, una madre che non l'ha amata abbastanza, costruendo una nuova famiglia con un nuovo compagno lontano da lei, affidata alla nonna e alle zie in una Roma povera e popolare - dove nacque il 7 marzo 1908. E poi gli amori, tanti, vissuti senza riserve. 



Dal matrimonio col regista Goffredo Alessandrini alla travagliata relazione con Roberto Rossellini, che la lasciò per Ingrid Bergman, passando per quella con l'attore Massimo Serato, da cui ebbe il suo diletto e unico figlio, Luca Magnani. Anna Magnani trovò sul grande schermo il modo di esprimere se stessa. Perché lei non recitava, lei "era". Era la sora Pina, trucidata dal fuoco nazista in "Roma città aperta" di Rossellini. Era Elide, la fruttarola innamorata di Aldo Fabrizi in "Campo de' fiori" di Bonnard. Era Angelina, la borgatara romana che si erge a protettrice del popolo ne "L'onorevole Angelina" di Zampa. Era Maddalena, la madre decisa a fare della figlia una star del cinema in "Bellissima" di Visconti. E anche Roma Garofalo, ex prostituta che cambia vita nella speranza di garantire una esistenza diversa a suo figlio in "Mamma Roma" di Pasolini. Ma era anche Serafina Delle Rose, protagonista de "La rosa tatuata", film di Daniel Mann tratto dall'omonima commedia che Tennessee Williams scrisse apposta per lei, e che le valse un Oscar. Per non parlare di Flora, Jolanda e Anna, le "Tre donne" della serie di film tv diretta da Alfredo Giannetti, la sua ultima fatica. Ecco, Anna Magnani era tutto questo. Era fragile e insicura, forte e volitiva, amorevole e rude, coraggiosa e temeraria. Nella vita, come in scena. Anche la malattia, quel tumore al pancreas che se la portò via cinquant'anni fa, il 26 settembre 1973, riuscì a combatterla con tenacia, col suo sguardo penetrante su un volto segnato dalle pieghe del tempo e dalle cicatrici dell'animo. Perché Anna Magnani non recitava, era. E in quelle recite continua ad essere.

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