ADDIO, PRESIDENTE!
All'inizio, da ragazzino di quattordici anni, non lo avevo "digerito" per pura affezione a una foto. Quella foto, incorniciata di nero, accanto al Crocefisso, che ritraeva Carlo Azeglio Ciampi, prima nelle aule delle elementari e poi in quelle della scuola media. Quando, invece, nel maggio 2006, Giorgio Napolitano entrava al Quirinale, stavo per affrontare gli esami di licenza media, e, dopo qualche mese, mi sarei ritrovato la sua di fotografia, nella sala presidenza del Liceo.
Tuttavia, dopo un po', la sua figura, austera e ironica al tempo stesso, riuscì a conquistarmi per l' eleganza, la decisione e l'onestà, da convinto e serio comunista capace di riconoscere gli errori del Partito che l'aveva portato ai vertici della politica nazionale e internazionale, dalla Camera dei Deputati al Parlamento Europeo. Quando, poi, nel 2013, fu "implorato" di assumere per la seconda volta il suo incarico, avevo ventuno anni e ben altra testa per apprezzarlo al meglio. Giorgio Napolitano è stato un grande Presidente. Ha fatto i conti col suo passato, si è battuto per la stabilità nazionale, per la difesa della Costituzione e della democrazia, per l'Europa unita e coesa contro i mali della terra. E, sicuramente, da umano, avrà anche commesso errori. Ma la sua integrità, il suo costante impegno da uomo delle istituzioni ne hanno fatto senza dubbio un Capo di Stato degno di questo nome, al di là del cerimoniale e delle frasi di rito da messaggio a reti unificate del 31 dicembre. E la stessa dignità l'ha mantenuta fino alla fine, andandosene in punta di piedi, sicuramente con qualche rimpianto, ma anche con la certezza di aver fatto tutto quanto in suo potere - e anche di più, aggiungo. Una volta si diceva che i comunisti non andavano in Paradiso, ma io avrei qualche dubbio. Benedetto XVI e papa Francesco erano suoi amici, e la sua lezione politica era intrisa di sentimenti che non si discostavano affatto dai valori cardine della morale cristiana. Dopotutto, già la sua fotografia, nella presidenza del Liceo, stava accanto a Gesù. Addio, Presidente!
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