BUON COMPLEANNO, GIANNI!
Golden Boy, ragazzo d'oro. Un soprannome che è una garanzia. Quasi un attestato di stima e fiducia perpetue, anche se ormai ha i capelli bianchi e otto decenni di vita sulle spalle. Ma i piedi no, quelli sono stati sempre liberi. Liberi di condurre il pallone in rete, ovunque si trovasse: dall'Oratorio Don Bosco della natia Alessandria al San Siro di Milano. Da rampante quindicenne in serie A con l'Alessandria a centrocampista del Milan - più che una squadra una casa, un rifugio.
Fantasista di spicco, leggiadro e intelligente, elegante e deciso, Gianni Rivera ha fatto del calcio più di uno sport. Una forma d'arte, un modo in cui esprimere passione e desiderio. Desiderio di vincere. La leggendaria rivalità con l'Inter di Sandro Mazzola e le spettacolari vittorie. Campione italiano, campione europeo e intercontinentale. Sei tra Coppe Italia e Coppe dei Campioni. Vincitore del "Pallone d'oro" nel 1969, dopo sei anni di militanza "rossonera", conclusasi nel 1979 quando appese gli scarpini al chiodo. Ma il mondo della sfera di cuoio - tra incursioni in quello politico prima e televisivo poi, sulla pista di "Ballando con le stelle" - è rimasto sempre il suo. Cambiato, snaturato (troppo business e poco sport), ma pur sempre il suo. Un mondo in cui Gianni Rivera si sente legato a doppio filo, tanto da candidarsi quale Ct della nazionale dopo le dimissioni di Mancini. Ciò non accadrà, perché il nome del successore è stato comunicato (sarà Spalletti), ma non sarebbe stato di certo fuori luogo. In fondo, a ottant'anni compiuti, rimane sempre un "ragazzo", per giunta "d'oro". Buon compleanno, Gianni!
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