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 GALEAZZO BENTI, ECCENTRICO GAUDENTE


 Il viveur di provincia, ricercato nel vestire, col foulard al collo, i baffetti a punta di forbice e i capelli imbrillantinati. Nobile debosciato, alla ricerca di avventure goliardiche, tra conquiste femminili e partite a poker. La maschera del gagà, o più precisamente del dandy - come sottolineava lui - fu per Galeazzo Benti, brillante attore degli anni '50, croce e delizia. Dopo gli esordi nella rivista e lo sbarco al cinema accanto a Totò diretto da registi come Steno e Comencini, il conte Bentivoglio, erede di un antico e nobile casato, partì per il Venezuela pur di riuscire a trovare occasioni migliori per dimostrare il proprio talento attoriale, liberandosi di quei panni che lo avevano di fatto imprigionato. 




Le cose non andarono come sperava, e dopo trent'anni tornò in Italia, tra cinema e televisione, riportando in auge una versione "matura" di quei personaggi di una volta, interpreti di un certo modo di vivere spensierato e gaudente, prendendosi una piccola rivincita prima che un infarto fermasse il suo cuore. La sua storia l'ho raccontata bene qualche mese fa, nell'anniversario della scomparsa e oggi, nel centenario della nascita, ve la ripropongo di seguito per conoscere o semplicemente ricordare uno dei personaggi (nel senso più alto del termine) più eccentrici e raffinati che il nostro cinema abbia mai avuto.

L'articolo è fruibile al seguente link:

https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2023/04/benti-il-sorriso-della-rivalsa-molti.html

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