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VINCENZO CERAMI: PICCOLI UOMINI, GRANDI VITE


«Come sono piccoli gli uomini!». È una frase tratta dal suo primo e più celebre romanzo, degnamente reso sul grande schermo dalla maestria di Monicelli e dal genio di Sordi. "Un borghese piccolo piccolo" e Vincenzo Cerami hanno raccontato la grottesca, terribile e inquietante storia di un funzionario ministeriale che arriva a vendicare di sua mano la morte del figlio su cui aveva riposto tutte le proprie speranze. Il posto fisso, brillante carriera per una persona mediocre, la vita tranquilla e ombrosa della "mezzamanica". Piccoli uomini con grandi ideali, anche se sciocchi. 



 Anche Vincenzo Cerami era un uomo "piccolo", fino a quando, mentre frequentava le scuole medie a Ciampino, conobbe il professore Pier Paolo Pasolini che gli svelò un mondo diverso, più "grande". La scrittura, sua naturale propensione, divenne così la sua arma di lotta contro il "piccolo" mondo di giganti di carta, dove solo l'estro e la fantasia ti possono salvare. Come in un campo di concentramento, se sei un padre ebreo e vuoi rendere tutto più dolce a tuo figlio, come Roberto Benigni ne "La vita è bella", altre sue pagine trasposte sul grande schermo con successo. Perché Cerami, dopo l'inizio come aiuto regista di Pasolini in "Uccellacci e uccellini", lavorò poi come sceneggiatore per Bertolucci, Scola, Bellocchio, ancora Benigni e tanti altri. Sceneggiature e pagine dattiloscritte hanno riempito la sua "grande" vita finita troppo presto, a soli settantadue anni, il 17 giugno 2013, dieci anni fa. Sono piccoli gli uomini, aveva ragione, ma possono lasciare grandi segni. I suoi ci sono.

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