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 EDUARDO PASSARELLI, "AL DI LÀ" DEI DE FILIPPO


Ricordarlo è un atto di giustizia. Significa riparare a un torto subito da lui e dal fratello legittimo, gli unici eredi della dinastia Scarpetta/De Filippo ad aver avuto meno fortuna e successo degli altri, ma non meno talento. Eduardo Passarelli, all'anagrafe De Filippo, condivideva con l'omonimo commediografo partenopeo paternità e talento scenico. Egli era infatti figlio illegittimo del grande Eduardo Scarpetta e di Anna De Filippo, sorellastra della consorte Rosa e zia di Luisa, la madre dei tre fratelli Eduardo, Peppino e Titina. Eduardo Passarelli, insomma, era uno dei tanti eredi del grande comico napoletano, ma allo stesso tempo il più sfortunato. 



Cresciuto nel celebre Palazzo Scarpetta, a Napoli - dove nacque centoventi anni fa, il 20 luglio 1903 -, iniziò come tutti i "fratelli" a frequentare il palcoscenico fin da bambino, affiancato ben presto dal fratello minore Pasquale, che a differenza sua avrà maggiore visibilità, dividendosi tra cinema (tra commedie e musicarelli) e televisione, partecipando a numerosi trasposizioni cinematografiche del grande Eduardo. Passarelli - che aveva cambiato cognome proprio per non essere confuso con l'omonimo fratellastro - trovò ben presto nel teatro di rivista il suo habitat naturale, dividendo la scena con Totò, Aldo Fabrizi, Nino Taranto e con qualche incursione anche nel repertorio più impegnato, accanto ad Anna Proclemer. 


Eduardo Passarelli in scena con Totò.


Fu poi il cinema ad accogliere la sua piccola figura occhialuta e simpatica, non offrendogli però mai ruoli di primo piano. Fu il brigadiere metropolitano che "vigila" lo stabile in cui vive Anna Magnani in "Roma città aperta" di Rossellini, un tassista ne "Le quattro giornate di Napoli" di Nanni Loy, ma soprattutto fu accanto a Totò in numerose commedie, da "San Giovanni Decollato" di Palermi a "La cambiale" di Mastrocinque - dove scrisse la celebre scena del tribunale di cui è coprotagonista -, passando per "Totò sceicco" di Mattòli e "Totò e i re di Roma" di Steno e Monicelli. 


Eduardo Passarelli in "Roma città aperta" (1945) di Roberto Rossellini.


Ma fu anche autore di "Siamo uomini o caporali?", la prima biografia di Totò, scritta in coppia con Alessandro Ferraù nel 1952. Scrittura, sceneggiatura, interpretazioni teatrali e cinematografiche, Passarelli non si fece dunque mancare nulla, offrendo anche momenti di grande comicità nelle sue numerose per quanto piccole apparizioni sul grande schermo. 


Da sinistra, Eduardo Passarelli, Totò, Giacomo Furia e Peppino De Filippo ne "La cambiale" (1959) di Camillo Mastrocinque.


Tuttavia, dopo la sua prematura scomparsa (il 9 dicembre 1968), è stato l'unico dei De Filippo ad essere stato praticamente dimenticato. Forse anche per quel cognome, scelto probabilmente anche per rivendicare una sua autonomia personale e professionale. Autonomia che noi gli riconosciamo "al di là" del suo illustre casato, nel ricordare Eduardo Passarelli nell'anniversario della sua nascita.

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