CIAO, ANDREA!
Una vera doccia fredda in questa giornata afosa. Una notizia triste, spiacevole. Una perdita che nessuno si sarebbe mai aspettato. Ne ha raccontati tanti di colpi di scena, di rivelazioni esclusive, di scoop da far "tremare" il mondo politico e istituzionale, come quando riuscì a distruggere "il muro di gomma" che aveva coperto la verità sulla strage di Ustica. Andrea Purgatori, questa volta, ha voluto essere l'oggetto dello scoop. È andato via così, all'improvviso, come l'effetto di un fulmine a ciel sereno. "Atlantide", il suo programma di inchieste su La7, era una delle poche cose che apprezzavo di quel canale.
Lo scorso ottobre, nel sessantennale della scomparsa di Enrico Mattei, il presidente e fondatore dell'ENI, avevo seguito con passione e interesse un argomento che ho trattato e tratto fin da bambino. Con l'umile vanto di ritrovarmi in tutto quel che Purgatori raccontava nella sua inchiesta, in ogni sfumatura argomentativa ed espositiva (avevo appena ultimato una tesi di laurea sull'argomento). Ma per chiunque, come me, ami il mestiere del giornalista, Andrea Purgatori, "firma" prestigiosa della carta stampata e della televisione (dagli esordi in Rai a La7), voce calda e autorevole in cerca della verità, passando dalla Mafia agli anni di piombo, dal Caso Moro al Caso Orlandi, non può non essere una figura a cui ispirarsi. La sua scomparsa genera un vuoto profondo in un mondo dove è difficile non solo emergere ma anche farsi valere, dove la fiducia in se stessi, il coraggio, la forza di combattere contano tanto quanto l'impegno e lo studio profusi per un mestiere difficile e di grande responsabilità. Tutto questo per Andrea Purgatori era essenza di vita, linfa preziosa con cui nutrire le proprie giornate, trascorse tra indagini, appunti e pagine dattiloscritte. Egli ci ha insegnato il valore della parola, l'importanza del dosaggio di ogni termine, ma anche la necessità di andare fino in fondo, contro tutto e tutti, per amore di verità. Chi fa questo mestiere o chi aspira a farlo non può dimenticare tutto questo, e terrà sempre a mente il suo esempio, la sua testimonianza e il suo lavoro. Ciao, Andrea!
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