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 "VIVA", RAFFAELLA!


 Il suo ombelico è stato al centro di una polemica che ha fatto storia. Ma che avesse il pancino scoperto o sfoggiasse le sue belle gambe sotto vertiginose minigonne, Raffaella Carrà conservava il candore e la raffinatezza di una educanda. Era un'altra televisione quella in cui "nacque" la Carrà, che si chiamava Raffaella Pelloni, veniva dal litorale adriatico e aveva studiato al Centro sperimentale di cinematografia di Roma anche se poi al cinema aveva preferito ben presto il piccolo schermo. 



Era la Tv in bianco e nero, quella che al sabato sera trasmetteva il varietà da vedere in famiglia tutti insieme sullo stesso divano. Era la Tv perbene e perbenista, dove l'eclettica "Raffa" nazionale emerse alla fine degli anni '60. Ma che si accompagnasse a Corrado a "Canzonissima", che sfidasse Mina tra "Milleluci", che scherzasse con "Albertone" al ritmo del "Tuca tuca", Raffaella Carrà rivelava sempre una grazia e una signorilità senza pari, tanto che le sue audaci trasgressioni apparivano subito lecite. Il suo garbo, la sua femminilità, la sua grassa risata rappresentavano il non plus ultra della bellezza televisiva italiana. Con "Pronto, Raffaella?" - uno dei primi programmi mattutini della Rai post Monoscopio - e il longevo "Carràmba! Che sorpresa" poi, quell'innata eleganza prese il sopravvento sulla trasgressività giovanile svelando una donna matura, competente, a suo agio in ogni condizione. Una "signora" della televisione, perfetta padrona di casa di quelle prime serate che per decenni l'hanno vista protagonista o coprotagonista. Poi sono cambiati i tempi, sono passati gli anni, la sua immagine si è concessa sempre meno, ma nella memoria, nei ricordi televisivi di tutti noi lei è rimasta sempreverde. E oggi, a quasi due anni dalla scomparsa, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, il suo ricordo è ancor più vivo.

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