DINO VALDI, L'ALTRA FACCIA DI TOTO'
La bombetta, il tight, il corpo dinoccolato, una camera in campo lungo ed era praticamente impossibile pensare che non fosse lui. La straordinaria somiglianza con Totò fu per Dino Valdi un'arma a doppio taglio. Da un lato gli ha permesso di entrare nella storia quale controfigura ufficiale di uno dei più grandi comici nazionali. Dall'altro, però, gli ha impedito di vivere una esistenza propria.
Dal 1947, con "I due orfanelli" di Mattòli, e fino alla morte del Principe nel 1967, Dino Valdi visse "alle spalle" di Totò, tra oneri e onori, ma soprattutto oneri. Valdi aveva il compito di girare tutte le scene in cui erano richiesti eccessivi sforzi fisici (correre, saltare, andare in bicicletta) e quasi tutte le scene girate in esterna - che a Totò, abituato al palcoscenico, non piacevano molto. Ma quando, negli ultimi tempi, Totò vide la sua vista ridursi fino alla quasi totale cecità, Dino Valdi si preoccupava anche di dirigerlo sul set, aiutandolo anche nei movimenti più semplici. Se Totò, in scena, non ha mai dato a vedere i suoi gravi problemi alla vista, il merito è tutto del suo "angelo custode". Croce e delizia, insomma, per Dino Valdi, che al netto di una profonda riconoscenza - unita a una stima sincera - nei confronti del suo "datore di lavoro", ha probabilmente sofferto del ruolo di "eterno secondo". Su questo ho riflettuto lo scorso anno, nel centenario della nascita di Valdi, e voglio riproporvi quell'ampio e dettagliato articolo oggi, nel ventennale della scomparsa, per ricordare una figura ai più sconosciuta, ma profondamente legata alla fama, al talento e alla bellezza di Totò e alla piena riuscita della sua sterminata e formidabile cinematografia, ormai ampiamente conosciuta, apprezzata e lodata, così come dovrebbe accadere anche per Dino Valdi e per la sua indefessa dedizione. L'articolo è fruibile al seguente link:
https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2022/06/valdi-una-luce-allombra-del-principe-de.html
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