Passa ai contenuti principali

 CASTELLANO & PIPOLO: LA STRABILIANTE COPPIA DEL CINEMA NOSTRANO


Erano gli anni '50. Nella redazione del "Marc'Aurelio", rivista satirica diventata poi fabbrica di "penne" del cinema italiano, tra Age & Scarpelli, Steno ed Ettore Scola, due individui fatti per intendersi si incontrarono. Uno si chiamava Giuseppe Moccia, in arte "Pipolo", l'altro Franco Castellano. 


Castellano & Pipolo. A sinistra, Franco Castellano, a destra, Giuseppe Moccia, in arte "Pipolo".

Tra matite e pastelli, tra vignette e gag, l'ingegnere mancato (Pipolo) e l'ex bancario (Castellano) sancirono la "santa alleanza" della commedia italiana, dando vita a un sodalizio artistico destinato a durare oltre quarant'anni. La premiata ditta "Castellano & Pipolo" ha prodotto piccoli capolavori di comicità nazionale, prima quali sceneggiatori, poi come registi. 


In alto, Luigi Pavese e Totò in "Totòtruffa '62" (1961) di Camillo Mastrocinque.
In basso, Ugo Tognazzi e Catherine Spaak ne "La voglia matta" (1962) di Luciano Salce.


Si cimentarono con la radio, scrissero grandi pagine di televisione (da "Studio Uno '65" al "contestato" "Fantastico 8" con Celentano) ma soprattutto lavorarono per il cinema dove scrissero una gradevolissima farsa diretta da Simonelli, "Marinai, donne e guai", con Maurizio Arena e la coppia Vianello - Tognazzi. 


In alto, Adriano Celentano ne "Il bisbetico domato" (1980). In basso, Adriano Celentano con Ornella Muti in "Innamorato pazzo"(1981).


Scrissero poi battute e gag per Totò, da "Signori si nasce" di Mattòli a "Totòtruffa '62" di Mastrocinque, realizzarono capitoli della "commedia all'italiana" come "Il federale" e "La voglia matta" con Ugo Tognazzi, per poi sbancare al botteghino negli anni '80 mettendosi dietro la macchina da presa e producendo veri e propri cult come "Il bisbetico domato" e "Innamorato pazzo" con Adriano Celentano  e "Il ragazzo di campagna" con Renato Pozzetto.


Renato Pozzetto ne "Il ragazzo di campagna" (1984).

 L'ultimo film realizzato dalla ditta fu "Ci hai rotto papà", nel 1993, con la mitica baby band degli "Intoccabili", ovvero i mitici ragazzini di un condominio romano dediti a scherzi e truffe ai danni degli adulti. Si concluse così una carriera lunga e prodigiosa, ma non un'amicizia profonda, conclusasi in terra alla morte di Castellano (1999) ma proseguita in cielo dopo la scomparsa di "Pipolo" (2006). 


Il cast di "Ci hai rotto papà" (1993), l'ultimo successo firmato da Castellano & Pipolo.


Sono infatti certo che oggi, nel giorno del novantesimo compleanno di "Pipolo", la strabiliante coppia stia festeggiando con i dovuti onori, serbando una farsa speciale per gli spettatori di Lassù. Qualcosa di geniale, ironico e pungente, ma pur sempre raffinato, nel perfetto e inimitabile stile di queste gloriose "firme" del cinema nostrano.

Commenti

Post popolari in questo blog

DON CARLO CASCONE, IL RICORDO DI UN SORRISO DOLCE Braccia dietro la schiena, busto leggermente inclinato in avanti e su, un piede dopo l'altro, per la salita di Sant'Antuono, col basco calcato in testa e la tonaca svolazzante. Me lo ricordo così, don Carlo Cascone, quando la mattina, con la pioggia o con il sole, veniva a celebrare la messa feriale a pochi passi da casa mia, nella chiesetta di Sant'Antuono. Ci incontravamo sempre: io andavo a scuola e lui usciva dalla chiesa, a messa finita, fermandosi a parlare con i suoi parrocchiani, tra cui c’erano anche le mie nonne, Rosa e Assunta. Classe 1920, nativo di Lettere, vicino Napoli, don Carlo ha trascorso per oltre cinquant’anni la sua vita, terrena, spirituale e missionaria, a Lagonegro, in provincia di Potenza, dove è stato ordinato sacerdote nel 1943.  Monsignore per merito e per grazia dei suoi fedeli, prete saggio, generoso e popolare, devotissimo della Madonna di Sirino, al cui seguito, per decenni, è salito sulla ve...
C'ERA UNA VOLTA, IL TEATRO DELLE VITTORIE! Nell’estate televisiva in cui le menti offuscate dall’afa si ridestano, a sera, ai ricordi di  Techetecheté , ci capiterà di rivederlo. Nelle sue splendide scenografie, dal bianco e nero al colore, nei conduttori in abito da sera, da Lelio Luttazzi a Fabrizio Frizzi, negli acuti di Mina, nella diplomazia di Pippo Baudo, nelle mille luci di una facciata, quella di uno dei teatri più celebri della Rai, che era essa stessa un inno al divertimento del sabato sera. Da qualche tempo, quell’ingresso, per anni abbandonato al degrado estetico, è stato restaurato ma “in povertà”, lontano dai fasti di una storia cominciata ottant'anni fa, nel 1944, quando il Teatro delle Vittorie, sito in via Col di Lana, a Roma, veniva inaugurato nientepopodimeno che da una rivista di Totò e Anna Magnani.   Il "luminoso" ingresso del Teatro delle Vittorie.   Il delle Vittorie era un grande teatro specializzato negli spettacoli di varietà e rivista. Bal...
GIUSEPPE GUIDA, PASSIONE MAESTRA Un maestro, nel senso più “elementare” del termine. Perché prima che professore, preside, sindaco democristiano, storico e scrittore, Giuseppe Guida è stato, a mio avviso, un maestro. E non solo perché si diplomò allo storico Istituto Magistrale di Lagonegro. Giuseppe Guida possedeva infatti le qualità che - sempre a mio parere - dovrebbero essere proprie di un vero insegnante elementare (e non solo): empatia, sguardo lungo, curiosità, intelligenza. E di intelligenza “Peppino” Guida diede dimostrazione fin da bambino.  Nato il 17 settembre 1914, da proprietari terrieri del Farno, zona rurale alle porte di Lagonegro (Pz), Peppino era terzo di sette figli e i genitori, per permettergli di studiare, lo affidarono agli zii materni, commercianti, che si occuparono della sua istruzione. I loro sacrifici non furono vani e infatti Peppino Guida diede prova di grandi capacità intellettive e non solo. Accanto alla passione per gli studi umanistici, che lo con...