ADDIO A SILVIO BERLUSCONI, IL "PRESIDENTE"
1994. Tangentopoli ha spazzato via le principali sigle politiche nazionali. L'Italia vive un periodo di profonda instabilità. A un passo dal nuovo millennio a mancare sono le certezze. Col suo sorriso carismatico, la sicumera del grande imprenditore, in abito scuro, dai video delle nostre TV Silvio Berlusconi annuncia la sua discesa in campo politico con "Forza Italia". Sembra ieri, ma sono passati quasi trent'anni. Trent'anni che hanno rivoluzionato nel bene e nel male il nostro Paese, traghettato da un secolo all'altro con i problemi del passato e la speranza nel futuro.
Silvio Berlusconi, l'imprenditore che creò ex nihilo una nuova Milano alle porte della capitale del Nord industrializzato (Milano 2), l'ex cantante e animatore sulle navi da crociera, il pioniere delle televisioni private con Fininvest (poi Mediaset), l'ultimo padrone della Standa, la catena di grandi magazzini che con lui visse i suoi ultimi anni di gloria (ma anche il suo "canto del cigno"), l'amico dei Grandi del mondo, da George Bush a Putin, il presidente del Milan negli anni d'oro della rinascita, ha rappresentato per decenni l'uomo che si è fatto da sé, che ha sempre rischiato, che ha lottato per le proprie idee. Idee condivisibili o meno, ma comunque degne di un uomo che ha sempre dimostrato di possedere carattere e forza d'animo. Anche nelle torbide vicende private (tra divorzi glamour e varie inchieste giudiziarie) che lo hanno perennemente visto apparire sui rotocalchi e sulle prime pagine dei quotidiani. E quel coraggio l'ha dimostrato fino alla fine, negli ultimi mesi, quando la malattia ha preso il sopravvento, spegnendolo a poco a poco, pur non riuscendo a smorzare in lui la speranza nel domani. È caduto tante volte e altrettante volte si è rialzato. Ma questa volta no. La Grande Falce ha separato Silvio Berlusconi da quel "mondo" che aveva contribuito a creare. Un mondo fatto di luci e di ombre, di telecamere, inchieste, vittorie, sconfitte, relazioni internazionali, processi, amori, dissidi, amicizie, antipatie ed elezioni politiche. E quel mondo, volente o nolente, adesso non può che sentirsi privo del suo deus ex machina. Un deus con la "d" minuscola, ma di grande spessore. Un uomo che ha fatto il bello e il cattivo tempo, col suo sorriso largo e il suo immancabile humor. Il "Presidente" per antonomasia, amato da tanti, odiato da molti, indimenticabile per tutti.
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