ARRIVEDERCI, ISA!
Se n'è andata in punta di piedi, muovendo con dolcezza e discrezione quelle gambe tanto onorate sui palcoscenici della rivista e tanto osannate da comici come Totò, di cui fu gradevole e seducente "spalla" comica. Isa Barzizza non c'è più. Sul suo sguardo e il suo sorriso da giovane e affascinante fanciulla prima e di raffinata e imbiancata signora poi è calato il sipario davvero.
Figlia del compositore e direttore d'orchestra Pippo, tenuta a battesimo artistico da Macario ne "Le educande di San Babila", femme fatale accanto a Totò nelle commedie di Mattòli (da "Totò al Giro d'Italia" a "Un turco napoletano"), Isa Barzizza aveva lasciato le scene ancora giovane (dopo la prematura morte del marito, il regista Carlo Alberto Chiesa), dedicandosi successivamente al doppiaggio per poi ritornare alla ribalta alla fine del secolo scorso, tra cinema e televisione, con le moderne fiction (lei che aveva inaugurato le trasmissioni Rai nel 1954 con un'opera del Goldoni). La sua eleganza, il suo charme, la sua compostezza facevano da controcanto all'esuberanza di Totò in gesti e battute "audaci" (ma mai volgari) in film ancora oggi indimenticabili. Grazie a essi (come ammise lei stessa) la memoria di Isa Barzizza è sopravvissuta inalterata nel tempo, rendendola riconoscibile ovunque, anche nei panni di nonne e impertinenti signore di una certa età, disegnate sempre con gusto e garbo. Consola di saperla Lassù, a riabbracciare l'amato marito, l'esigente papà e i suoi "maestri", Totò e Macario, magari per mettere in scena qualche scenetta di repertorio, come quella del "Vagone letto", dove l'incontenibile Totò era tenuto a freno dall'aplomb british di Mario Castellani. Sì, pensarla così non credo sia un errore. Magari un giorno, da qualche parte nei cieli, ognuno di noi potrà rincontrarla e tornare a godere della sua bellezza, del suo sorriso e della sua indubbia bravura. Arrivederci, Isa!
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