UN "LEONE" DI NOME IGNAZIO
È un peccato non ricordarli, un peccato grave. Ricorrenti fino all'inverosimile. Quasi invadenti, anche se sempre relegati a ruoli di contorno e ad angoli di inquadratura. Sempre svegli e vispi, nei loro sguardi anonimi come i panni spesso indossati. Tra i tanti, molteplici e indimenticabili caratteristi del cinema italiano c'è anche lui, Ignazio Leone.
Un nome che dirà poco, ma un cognome preso "in parola", a giudicare dalla grinta espressa ad ogni ciak. Nato un secolo fa - il 19 aprile 1923 - a Palermo, Leone fece tutta la gavetta, tra i palcoscenici del varietà e l'avanspettacolo, nella sua terra, prima di approdare al cinema nei primi anni '50. Iniziò a mietere i primi successi in palcoscenico con il neonato due comico di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, che successivamente affiancò nelle numerosissime parodie portate sul grande schermo da registi come Lucio Fulci e Giorgio Simonelli.
Pompieri, ladruncoli, impiegati, ragionieri, vigili urbani, sono questi i personaggi interpretati da Ignazio Leone, uomo dall'aria distinta ma dal volto buffo seppur serioso, in grado di adattarsi ai ruoli più disparati. Oltre alle gustose parodie con Franco e Ciccio, Ignazio Leone infatti prese parte anche a film di genere differente, passando dal melodramma alla commedia sentimentale, dalla pellicola farsesca alla commedia all'italiana fino al "musicarello", lavorando con registi come Bragaglia, Steno e Mastrocinque, ma anche con Mario Monicelli, Dino Risi e Carlo Lizzani.
Ignazio Leone con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in "002 Operazione Luna" (1965) di Lucio Fulci. |
Recitò accanto ad attori come Alberto Sordi, Nino Manfredi e Totò. Indimenticabile, con quest'ultimo, nei panni del vigile che multa, a bordo di un camioncino, lui e Nino Taranto che tentano non troppo ingenuamente di "conciliare" con un abbraccio affettuoso in "Totòtruffa'62". Ma enumerare oltre cento film girati nell'arco di trent'anni, fino alla prematura scomparsa - avvenuta il 30 dicembre 1976 - sarebbe difficile se non superfluo. Perché basta guardare una foto per riconoscere in lui il coprotagonista di fenomenali sketch, accanto a comici di grande livello, l'ironia dei quali veniva appoggiata da competenza e savoir faire. Qualità proprie di chi, per anni, aveva calcato platee di ogni ordine e grado, raccogliendo applausi, festeggiando successi, incassando fischi paurosi, ma mantenendo sempre il sorriso e la sicurezza di un vero esperto del mestiere. Con la "grinta" di un vero "Leone" e l'umiltà di un nome qualunque, Ignazio, diventato qualcuno.
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