CIAO, GIANNI!
Amico di Muhammad Ali e Diego Armando Maradona, "confessore" di Fidel Castro in una storica intervista. Commentatore sportivo, dal ring al campo di calcio e alle piste olimpiche. Torinese e "Granata" fino al midollo, Gianni Minà ha rappresentato il giornalismo in corpo e animo. Ha fatto scuola, con quel sorriso sornione sotto i baffi folti, grazie alla serietà e alla non convenzionalità delle sue interviste, come quelle del suo "Blitz", faccia a faccia con artisti e campioni di diversa natura del secolo scorso, uno dei più grandi successi come conduttore in Rai, per anni la sua casa e il suo campo di battaglia alla ricerca e alla difesa della verità.
Pantani, dopo Madonna di Campiglio, la "Caporetto" del Giro d'Italia '99 per il grande campione a due ruote, affidò al microfono di Minà la sua verità, per smascherare (a suo dire) un complotto contro la sua persona. Gianni Minà ha raccontato storie e protagonisti, vittorie e vincitori, sconfitte e vinti, attori e registi, ma soprattutto campioni, miti dello sport a cui la sua "penna" dedicò le prime e le ultime gocce d'inchiostro, dalla carta stampata alla televisione, dove la bravura ha lasciato il posto alla leggenda. Una leggenda conclusasi dopo ottantaquattro anni vissuti al servizio del giornalismo e della buona informazione. Tutto ciò che faceva "rima" con Minà e che da oggi, ancor di più, ci mancherà. Ciao, Gianni!
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