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 8 1/2: SURREALI ATMOSFERE PER REALI INTERROGATIVI


Un regista in crisi, incapace di portare avanti un nuovo progetto, perduto tra contrastanti sentimenti, sogni di gloria e fantastiche illusioni. Marcello Mastroianni, dal volto enigmatico segnato dal bianco e nero, dà vita a questa storia surreale, dove tutto sembra assurdo e fantasioso, ma alla fine, facendo attenzione, seguendo l'intreccio narrativo si capisce cosa il  "vero" regista del film, Federico Fellini, volesse dire. "8 1/2" compie sessant'anni - usciva nelle sale italiane il 14 febbraio 1963 - ma appare ancora una pellicola tremendamente moderna. 


Marcello Mastroianni (Guido Anselmi)  in una scena del film.


Guido Anselmi è un regista cinematografico di successo che all'improvviso, nel realizzare una nuova pellicola, sente di aver perso l'ispirazione. Ritiratosi in uno stabilimento termale insieme a tutti gli uomini della produzione, comincia a vagare con la mente perdendosi in un mondo parallelo, fatto di evasione e di sogni. L'incapacità di svolgere al meglio il proprio mestiere, il senso di responsabilità nei confronti dei suoi collaboratori, il difficile rapporto con la moglie Luisa (Anouk Aimée) e l'amante Carla (Sandra Milo), il fascino dell'attrice sua donna ideale, Claudia (Claudia Cardinale), il sogno ricorrente dell'incontro con i defunti genitori mettono in evidenza un uomo profondamente in crisi  (come lo stesso Fellini nella realizzazione di questa pellicola, dopo sei film da lui diretti e tre "a mezzo" con altri registi, da cui il titolo "8 1/2"), professionale ed esistenziale. 


La locandina.


Crisi che lo conduce in un viaggio onirico, nel suo animo e in quello di chi lo circonda, tra paure e aspirazioni, tra malessere e desiderio di rivalsa, senza trovare (in fondo) una vera soluzione al problema. Il tutto si perde in una surreale atmosfera di reali, concreti e inevasi interrogativi. Eppure, alla fine del film, ognuno di noi può riuscire a trovare qualche risposta su di sé. 

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