Passa ai contenuti principali

 NICO FIDENCO: UN "RAGAZZO" DI QUELL'ITALIA LÌ


Con "Legata a un granello di sabbia" inventò il tormentone estivo. Era il 1961 e Nico Fidenco non immaginava neanche, probabilmente, di passare alla storia per quel brano semplice, dolce e suggestivo. Fidenco aveva già iniziato una brillante carriera come autore di colonne sonore, con "I delfini" di Francesco Maselli e "La ragazza con la valigia" di Zurlini, e a questo si dedicherà per tutta la sua vita. Ma quelli erano anni speciali. Era l'Italia degli anni '60, quella del "Boom", delle lavatrici e dei mangiadischi a 45 giri, delle madri coi capelli cotonati e delle figlie dai caschetti scompigliati, che di lì a poco avrebbero preferito vertiginose minigonne alle lunghe gonne a pieghe. 



Era l'Italia di Gianni Meccia, di Sergio Endrigo, di Jimmy Fontana e di lui,  di Nico Fidenco. Cantanti, cantautori e musicisti dalle "corde" morbide e ammalianti, in grado di far sognare ad occhi aperti, con semplici note e languide parole. Nico Fidenco, oggi, avrebbe compiuto novant'anni se solo non fosse andato via lo scorso novembre. Non riuscii a dedicargli un saluto allora, per questo scrivere nel giorno del suo mancato compleanno è per un me un dovere, oltre che un grande piacere. Da cultore delle atmosfere e dei sentimenti di quell'Italia lì, bigotta e futurista, ancestrale e rivoluzionaria, in tutto e per tutto, non posso non ricordare uno dei tanti "ragazzi" che hanno contribuito alla gioia, al divertimento e alla spensieratezza di quel tempo. Grazie, Nico!

Commenti

Post popolari in questo blog

DON CARLO CASCONE, IL RICORDO DI UN SORRISO DOLCE Braccia dietro la schiena, busto leggermente inclinato in avanti e su, un piede dopo l'altro, per la salita di Sant'Antuono, col basco calcato in testa e la tonaca svolazzante. Me lo ricordo così, don Carlo Cascone, quando la mattina, con la pioggia o con il sole, veniva a celebrare la messa feriale a pochi passi da casa mia, nella chiesetta di Sant'Antuono. Ci incontravamo sempre: io andavo a scuola e lui usciva dalla chiesa, a messa finita, fermandosi a parlare con i suoi parrocchiani, tra cui c’erano anche le mie nonne, Rosa e Assunta. Classe 1920, nativo di Lettere, vicino Napoli, don Carlo ha trascorso per oltre cinquant’anni la sua vita, terrena, spirituale e missionaria, a Lagonegro, in provincia di Potenza, dove è stato ordinato sacerdote nel 1943.  Monsignore per merito e per grazia dei suoi fedeli, prete saggio, generoso e popolare, devotissimo della Madonna di Sirino, al cui seguito, per decenni, è salito sulla ve...
C'ERA UNA VOLTA, IL TEATRO DELLE VITTORIE! Nell’estate televisiva in cui le menti offuscate dall’afa si ridestano, a sera, ai ricordi di  Techetecheté , ci capiterà di rivederlo. Nelle sue splendide scenografie, dal bianco e nero al colore, nei conduttori in abito da sera, da Lelio Luttazzi a Fabrizio Frizzi, negli acuti di Mina, nella diplomazia di Pippo Baudo, nelle mille luci di una facciata, quella di uno dei teatri più celebri della Rai, che era essa stessa un inno al divertimento del sabato sera. Da qualche tempo, quell’ingresso, per anni abbandonato al degrado estetico, è stato restaurato ma “in povertà”, lontano dai fasti di una storia cominciata ottant'anni fa, nel 1944, quando il Teatro delle Vittorie, sito in via Col di Lana, a Roma, veniva inaugurato nientepopodimeno che da una rivista di Totò e Anna Magnani.   Il "luminoso" ingresso del Teatro delle Vittorie.   Il delle Vittorie era un grande teatro specializzato negli spettacoli di varietà e rivista. Bal...
GIUSEPPE GUIDA, PASSIONE MAESTRA Un maestro, nel senso più “elementare” del termine. Perché prima che professore, preside, sindaco democristiano, storico e scrittore, Giuseppe Guida è stato, a mio avviso, un maestro. E non solo perché si diplomò allo storico Istituto Magistrale di Lagonegro. Giuseppe Guida possedeva infatti le qualità che - sempre a mio parere - dovrebbero essere proprie di un vero insegnante elementare (e non solo): empatia, sguardo lungo, curiosità, intelligenza. E di intelligenza “Peppino” Guida diede dimostrazione fin da bambino.  Nato il 17 settembre 1914, da proprietari terrieri del Farno, zona rurale alle porte di Lagonegro (Pz), Peppino era terzo di sette figli e i genitori, per permettergli di studiare, lo affidarono agli zii materni, commercianti, che si occuparono della sua istruzione. I loro sacrifici non furono vani e infatti Peppino Guida diede prova di grandi capacità intellettive e non solo. Accanto alla passione per gli studi umanistici, che lo con...