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 ABBE LANE, NOVANT'ANNI DI UN DESIDERIO PROIBITO


Era l'Italia degli anni '50. Quella di "Lascia o raddoppia?" in tv, del varietà e dell'avanspettacolo in teatro, delle commedie farsesche e sentimentali al cinema. L'Italia ingenua e pura che si scandalizzava o eccitava per poco. Anche per una scollatura un po' troppo audace e un paio d'occhi ammaliatori. Era l'Italia "povera ma bella" di Marisa Allasio, ma oltre alla formosa attrice torinese, a infiammare i cuori degli italiani c'era un prodotto d'importazione. Abbe Lane, prorompente ballerina e cantante newyorkese che con le sue forme sinuose avrebbe convinto qualunque italiano ad essere atlantista e filoamericano.




Capelli rossi e vaporosi, occhi neri e felini, fisico da pin-up, la Lane ha ammaliato giovani e meno giovani con la sua femminilità cosi accentuata ma mai volgare. Dai palcoscenici di Broadway, Abbe Lane approdò alla televisione italiana, esibendosi in numerosi trasmissioni in uno sfrenato "Cha cha cha" o in un "Mambo", con alle spalle il corpulento primo marito, Xavier Cugat - con il sorriso perennemente in volto e un cagnolino in grembo - a dirigere la sua orchestra. 


Abbe Lane con il suo primo marito, Xavier Cugat.

    

Contemporaneamente passò al cinema, dove lasciò che Totò facesse pungenti e ironiche battute sulle sue "curve" in pellicole come "Totò, Eva e il pennello proibito" e "Totò, Vittorio e la dottoressa", o si abbandonò tra le braccia di prestanti giovanotti, come quelle di Maurizio Arena nella farsesca pellicola sulle disavventure di alcuni "diavoli del mar", "Marinai, donne e guai". Ben presto, però, Abbe Lane si stancò di essere tutto questo. Non era soltanto "forme", ma soprattutto sostanza. 


 In alto, Abbe Lane con Maurizio Arena in "Marinai, donne e guai" (1958) di Giorgio Simonelli.
In basso, con Totò in "Totò, Eva e il pennello proibito" (1959) di Steno.




Ritornata negli Stati Uniti e sposatasi in seconde nozze con un avvocato, Abbe Lane si allontanò progressivamente dalle scene fino a scomparire. Voleva essere semplicemente una donna e un'attrice (partecipò anche ad alcune serie televisive nel suo Paese) e ci riuscì. Però noi, nel farle gli auguri per il suo novantesimo compleanno, volevamo ricordare quell'immagine che lei per anni ha odiato. Quella di donna fatale e seducente, di desiderio proibito, di femminilità e bellezza conturbanti. L'Abbe Lane in bianco e nero, effige di un tempo in cui si aveva paura di osare, ma si sognava di farlo.




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