SANDRO PATERNOSTRO: UN "BRITISH" SUI GENERIS
"Qui Londra, vi parla Sandro Paternostro". Parole indimenticabili, come il suo volto sornione impreziosito dalla brillantina e da un paio di baffi ben curati sotto lo sguardo malandrino. Abiti eleganti, sgargianti, uniti ad una parlantina rigorosa ma non priva di humor: quello della Londra delle sue corrispondenze, e quello della natia Sicilia. La terra in cui nacque un secolo fa, il 9 agosto 1922, e dove mosse i primi passi come giornalista. Iniziò a "L'Ora" di Palermo, negli anni '40, trasferendosi successivamente a Roma, dove lavorò ancora per la carta stampata prima di approdare al Giornale Radio Rai e, successivamente, al Telegiornale nazionale.
Da lì, l'inizio di una lunga carriera di corrispondente, passando dal sole d'Oriente (fu inviato dalla Cina, dal Vietnam durante la guerra) all'ombra del "Big Bang", sotto l'elegante pioggia inglese, discreta e insistente, un po' come lui. Perché Paternostro inaugurò un modo tutto suo di fare giornalismo, dove alla serietà del professionista si univa la bonarietà di un uomo a cui piaceva scherzare, qualunque fosse il suo interlocutore, dai fenomenali "Duran Duran" a Lady Diana passando per Margaret Thatcher. Poi il pensionamento, che sembrò spazzarlo via dalla scena ma che, invece, lo vide ricomparire in programmi televisivi, fiction e sulle pagine dei rotocalchi dopo il "chiacchieratissimo" matrimonio con la giovane soubrette Carmen Di Pietro, nel 1998, due anni prima di morire. Una personalità eccentrica, insomma, ma dotata di una eleganza e di una simpatia senza pari che ne hanno fatto uno dei giornalisti più amati e popolari della televisione italiana. Un po' sui generis, un po' british ma sempre e sinceramente se stesso.
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