ARRIVEDERCI, PIERO!
Distinto, elegante, serio ma non serioso. Sapiente ma non "saputo". Ha insegnato molto più lui, in oltre quarant'anni di "Quark" e "Superquark", che legioni di professori nelle scuole. Il segreto? Incuriosire, affabulare, captare l'attenzione con semplicità e arguzia. Dalla medicina all'antropologia, dalla musica - passione coltivata fin dalla gioventù, quando suonava il jazz al pianoforte nei locali della sua Torino - alla fisica quantistica.
Lui che non aveva amato la scuola ma lo studio. Lui che aveva fatto per anni il giornalista (in radio prima, in televisione poi) e conosceva l'importanza della parola usata bene, soprattutto nella divulgazione, è riuscito ad inculcare nei giovani di diverse generazioni l'amore per la sapienza. Ora se ne è andato, con discrezione, senza clamori, come sapeva fare lui. E noi, sussurrando, senza disturbare troppo, vogliamo solo ringraziarlo, di tutto e per tutto. Arrivederci, Piero!
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