TATA GIACOBETTI: IL "BELLO" DEL "QUARTETTO"
Affascinante, carismatico, distinto. Un' eleganza innata che traspariva anche dalle sue parole, oltre che dal suo volto gentile. Perché Tata Giacobetti era "Il bello" del Quartetto Cetra, il paroliere ufficiale, ma era anche il vero fondatore di quel gruppo che, nel Dopoguerra, aveva portato un po' di brio nella canzone melodica degli anni '40 e '50. La passione per la musica Giovanni "Tata" Giacobetti l'aveva fin da giovanissimo. Imparò a suonare il contrabasso da autodidatta e, mentre di giorno studiava all'Accademia di Belle Arti di Roma - città in cui nacque il 24 giugno 1922 -, la sera si esibiva nei locali della città, suonando e cantando. Ma a dare una svolta alla sua carriera fu la formazione del Quartetto Egie, fondato assieme a Enrico De Angelis, Iacopo Jacomelli e Enrico Gentile.
Era solo l'inizio: la fuoriuscita dal gruppo di Jacomelli, spalancò le porte a Virgilio Savona, pianista e compositore, che divenne "quello con gli occhiali" dando ufficialmente battesimo al Quartetto Cetra, con l'ingresso qualche anno dopo di Lucia Mannucci e Felice Chiusano (dopo l'abbandono da parte di De Angelis e Gentili). Fu così che dai microfoni dell'EIAR, prima e dopo la guerra, le loro soavi voci, l'ironia swing e lo spirito di quei quattro mattacchioni inondarono il Paese di una musica gioviale e spensierata.
Il "Quartetto Cetra". Da sinistra, Tata Giacobetti,Virgilio Savona, Lucia Mannucci e Felice Chiusano. |
L'usignolo Mannucci, l'occhialuto Savona, il calvo Chiusano e il bel Giacobetti seppero conquistarsi il pubblico non solo con le proprie "corde" e le loro canzoni ma soprattutto con la loro presenza scenica. Giacobetti, col suo portamento signorile, il suo bel volto pulito e la sua fama da tombeur de femmes (che in realtà amò per tutta la vita sua moglie, l'attrice e soubrette Valeria Fabrizi, che gli diede la figlia Giorgia), rappresentava "l'immagine" dei Cetra. Dal teatro con Garinei & Giovannini alla "Biblioteca di Studio Uno" della tv in bianco e nero fino al cinema, Giacobetti e la sua gang riuscirono a superare decenni e stili musicali, arrivando a mietere successi anche quando la loro musica sembrava ormai superata. E forse chissà, avrebbero fatto ancora tanto, se Tata Giacobetti non fosse venuto a mancare all'improvviso, il 2 gennaio 1988, a causa di un infarto. La sua scomparsa, per decisione comune di tutti, segnò la fine del Quartetto Cetra. Due anni dopo, anche Chiusano volò via prematuramente, mentre i coniugi Savona, Virgilio e Lucia, rimasero custodi della tradizione varcando le soglie del Duemila. Però le loro canzoni, da "Aveva un bavero" a "Donna", ci hanno accompagnato e continuano ad accompagnarci con la loro melodia. Forse perché Lassù, dietro qualche nuvola, il Quartetto Cetra continua a cantare armonicamente, lasciando che le sue note ci raggiungano sulla Terra per regalarci ancora emozioni. E chissà se, ad un secolo esatto dalla nascita di Giacobetti, il loro concerto non sia più intenso. Per celebrare degnamente il suo volto "nobile" e la sua anima pura.
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