ADIEU, JEAN-LOUIS!
Un sorriso gentile su un volto pulito. Voglio ricordarlo così. Con quell'immagine da bravo ragazzo che il peso del tempo, la malattia e le rughe non avevano minimamente scalfito. La purezza, il candore di Jean-Louis Trintignant ha fatto sì che se ne andasse in silenzio, quasi con pudore. Un silenzio che mette tristezza, un silenzio che fa paura. Come la paura di quel giovane studente universitario battezzato alla vita da un folle viaggio in un caldo mattino di Ferragosto, a bordo di una Aurelia spider guidata "senza pudore" dal "fanfarone" Gassman.
E se Dino Risi e "Il sorpasso" lo consacrarono alla popolarità in Italia (dove lavorò anche con Zurlini, Patroni Griffi, Bertolucci e Scola), fu la sua amata Francia a decretarne la fama mondiale, con Anouk Aimée, Claude Lelouch e un film indimenticabile: "Un uomo, una donna". Lì il suo sorriso era accompagnato da uno sguardo limpido e triste, specchio di un sentimento d'amore profondo e tormentato. E cinquant'anni dopo, nel 2019, quell'uomo e quella donna, ormai anziani, ritornarono ad abbracciarsi e a sognare ne "I migliori anni della nostra vita", la sua ultima apparizione, il suo ultimo sorriso. Ma il cinema, si sa, può ciò che alla vita non è concesso. E così, il suo sorriso da ragazzo onesto, da giovane bello e fiducioso nel domani, da uomo maturo ancora affascinante nonostante la malattia e i dolori vissuti (come la tragica scomparsa della figlia Marie), continuerà a vivere anche per lui. Adieu, Jean-Louis!
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