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 PIERO PELÙ: SESSANT'ANNI DI VITA E DI ROCK


 Energia, ritmo, passione. Ma anche eleganza. Sembrerebbe strano parlando di Piero Pelù, uno degli ultimi superstiti dell'era rock, del Punk "duro" degli anni '70-'80. Eppure nella sua personalità generosa, affabile, spiritosa, nel suo essere un' icona rock "galante", impegnato nel sociale (anche con i suoi brani), ha saputo rappresentare al meglio un genere che ha fatto storia nel mondo della musica, declinandolo in una versione più soft, avvicinandosi al pop. La sua vita è cominciata a Firenze, città d'arte (e di artisti) per eccellenza, il 10 febbraio 1962. Sulle rive del Mugnone (affluente dell'Arno), il fiume che passa nei pressi del palazzo in cui abitava, Piero Pelù fonda i Mugnions con i suoi amici del Liceo, cantando e suonando dopo aver imparato ad usare il suo strumento d'arte, la chitarra, ad appena otto anni. 



Da lì inizia una leggenda che dura da più di quarant'anni, passando da una esperienza a Londra (dove rimase deluso dalla fine del Punk, genere musicale da lui amatissimo) alla fondazione dei Litfiba nel 1980. Il primo album nel 1985, ma sono gli anni '90 a consacrare Pelù e i "suoi" agli onori delle classifiche musicali. Da "El diablo" a "Il mio corpo che cambia", da "Regina di cuori" a "Vivere il mio tempo", Piero Pelù ha riportato in auge il rock negli anni della disco music, con brani iconici della musica pop-rock che hanno segnato il decennio. Poi, nel 1999, la decisione di lasciare il gruppo e proseguire la carriera da solista. Ancora con grinta, sound e sperimentazioni, la sua voce così unica e graffiante ha raccontato storie di note e di assoli, con singoli di grande successo, come "Amore immaginato" nel 2003 - in cui duetta con l'artista indonesiana Anggun - oppure "Gigante", con cui per la prima volta è salito sul palco dell'Ariston, partecipando al Festival di Sanremo 2020. Successi, ovazioni, milioni di dischi venduti e una forza incredibile che sembra non risentire il peso del tempo. Come non sentono il peso del tempo i suoi "Litfiba", con cui dal 2009 Piero Pelù è tornato a collaborare. Perché si sa, il primo amore non si scorda mai, e il suo sentimento era davvero forte. "Hard" come il rock che ama tanto e come le sue esibizioni che hanno fatto epoca. Fra poco Pelù e i suoi "Lit" torneranno ancora in tour con uno spettacolo dal titolo "L'ultimo girone". Si dice sia "l'ultimo" nel vero senso della parola. Ma sarà vero? Chissà. Quel che è certo è che la sua carica d'adrenalina è talmente alta da non impedirci di sperare. Perché da sessant'anni la musica è la sua vita e la sua vita è la musica, e di tutto questo non può farne a meno. Buon compleanno, Piero!

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