CESARE MALDINI, LEGGENDA "ROSSONERA"
La locuzione latina "nomen omen" vale per Cesare Maldini come per pochi. Fu un vero "Caesar", un vero condottiero della sfera di cuoio, da capitano, da terzino e da "libero", ma soprattutto da allenatore, concludendo la sua brillante carriera nel 2002 dopo mezzo secolo di successi. Un nome, il suo, legato a doppio filo con il Milan e con gli anni d'oro del calcio, quando era molto sport e poco business. "Cesarone" era un ragazzotto istriano - nacque a Trieste il 5 febbraio 1932 - quando cominciò a tirare i primi calci nel club della "città della Bora".
Dalle giovanili della Triestina passò poi al professionismo, lasciando la squadra nel 1954 per entrare nel Milan. Al club "rossonero" Cesare Maldini affidò la sua immagine e la sua gloria: quattro scudetti, una Coppa Latina e una Champions League (allora definita "Coppia dei Campioni d'Europa") nel 1963, quando da capitano alzò la prima "Coppa dei Campioni" vinta a Wembley da un club italiano. Immagini di vita, di emozioni, di passione ritrasmesse ancora negli anni '70, quando passò a bordo campo, come allenatore. Cominciò con il suo Milan, per poi seguire la Ternana, il Parma e il Foggia, ma fu con la Nazionale Under 21 che ottenne le più grandi soddisfazioni. Alla guida degli Azzurri, invece, partecipò a due campionati mondiali: quelli di Spagna dell' '82, come vice di Bearzot, e quelli di Francia del '98. Poi nel 2002 dopo un' esperienza come allenatore del Paraguay - che seguì ai Mondiali in Corea del Sud - Cesare Maldini si ritirò dalle arene calcistiche, lasciando "campo libero" al figlio Paolo, come lui terzino e capitano del Milan. Ma il tempo passa per tutti. Infatti, mentre suo figlio, già da qualche anno, aveva appeso gli scarpini al chiodo e i nipoti Christian e Daniel tiravano i primi calci nelle giovanili del Milan (buon sangue non mente!), Cesare Maldini se ne andava via, il 3 aprile 2016, lasciando il passo alla leggenda.
E la sua leggenda continua, tra ricordi e prodezze, tra momenti epici del calcio nazionale e frammenti di storia nazionalpopolare che - a novant'anni dalla sua nascita - continuano a far battere cuori e non solo "rossoneri". Perché, al di là di personali fedi calcistiche, Cesare Maldini rimane prima di tutto un gran signore e un grande protagonista del secolo scorso.
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