CONCETTA BARRA, ANEMA E CORE
Frenesia, passione, tormento, presenza scenica. Concetta Barra è stata una "bandiera". Quella della musica napoletana, del canto popolare. Un vessillo sventolante nel golfo di Napoli, sulle rive della sua Procida, città in cui nacque un secolo fa, l'11 febbraio 1922, e a cui rimase legata per tutta la vita. Figlia del guardiano del carcere dell'Isola, Antonino Grasso, di origini siciliane, e della procidana Michela di Giovanni, Concetta Grasso iniziò a cantare appena ventenne. Con le sorelle Nella e Maria, costituì la compagnia "Vittoria", debuttando in teatro e cominciando a farsi un nome dividendo le scene nazionali con artisti come Totò e Aldo Fabrizi.
Poi, sposò il fantasista Giulio Barra (da cui prese il cognome d'arte) e dopo la nascita dei figli Peppe, Gabriele e Antonio decise di lasciare le scene per dedicarsi alla famiglia. Ma la fiammella dell'arte non si era spenta del tutto e a riaccenderla fu il fortunato incontro col maestro Roberto De Simone e la Nuova Compagnia di Canto Popolare. Concetta Barra cominciò così una seconda giovinezza, ormai cinquantenne, tornando a cantare e a recitare. "Rosario procidano", "Nascette mmiez' 'o mare", "Leggenda del Lupino" sono alcune delle sue canzoni più conosciute, alcune scritte per lei dallo stesso De Simone, ma sulla scia della commedia dell'arte fu il palcoscenico a consacrarla.
Concetta Barra con suo figlio Peppe. |
Memorabile la prima edizione del musical "La gatta cenerentola" (1977), per la regia di De Simone, dove recitò accanto a suo figlio, Peppe Barra. Proprio accanto a quest'ultimo, la sua carriera proseguì senza sosta fino alla fine - sopraggiunta il 4 aprile 1993 -, con titoli come "Peppe & Barra", "La cantata dei Pastori" e "Flik Flok", la sua ultima fatica. Concetta Barra, però, era infaticabile, e lo dimostra il fatto che la sua carriera che visse due "tempi", fu ancora più spettacolare nel "secondo", quando alla maturità della sua persona e della sua arte si unirono una passione giovane e verace. Legata "anema e core" alla sua Isola e alle sue tradizioni e, più in generale, al ricco patrimonio artistico partenopeo di cui Concetta Barra, ad oggi, rimane tra le sue "gemme" più preziose.
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