ASSIA NORIS, EROINA BORGHESE
È stata la regina della commedia borghese degli anni ’30. Quella delle storie di amore e povertà, di dolci sogni e ingenue speranze. Assia Noris divenne il simbolo della media e piccola borghesia. La fanciulla ingenua e innamorata, protagonista di storie d’amore e di equivoci, di gente semplice. Eppure, in quel volto così candido, incorniciato da corti capelli biondi, brillava la sua essenza di elegante donna aristocratica.
Anastasija Noris von Gerzfeld – questo il suo vero nome – nacque nella San Pietroburgo capitale imperiale il 26 febbraio 1912. La sua era una famiglia aristocratica russa: suo padre era un ufficiale dell’esercito imperiale che aveva sposato un' ucraina. Con lo scoppio della rivoluzione russa, si trasferì con i genitori in Europa, prima in Francia e poi in Italia. Qui divenne Assia Noris - ispirandosi al cognome del suo primo marito, Gaetano Assia - e fece il suo esordio sul grande schermo nel 1932, nel film di Mario Bonnard “Tre uomini in frac”. Ma il grande successo arrivò grazie al sodalizio (professionale e sentimentale ) con uno dei pochi registi cari al regime fascista, Mario Camerini.
Assia Noris e Vittorio De Sica. In alto, ne "Il signor Max" (1937). In basso, ne "I grandi magazzini" (1939) . |
Sotto la sua direzione, Assia Noris conobbe una grande popolarità soprattutto al fianco di Vittorio De Sica, in quelle “candide” commedie in bianco e nero dove l’amore trionfava sempre e la speranza non era mai perduta. Da “Darò un milione” a “I grandi magazzini” passando per “Il signor Max”, la pellicola forse più nota. Ma la Noris lavorò anche con Renato Castellani, Mario Mattòli, Mario Soldati, fin quando venne la guerra e bloccò tutto.
Assia Noris con Fosco Giachetti in "Un colpo di pistola" (1942) di Renato Castellani. |
Da buona ragazza speranzosa nel domani come le protagoniste di quei film, anche lei si lasciò trascinare dall’ottimismo del Dopoguerra. Tuttavia la sua parabola artistica, di fatto, si era conclusa. Con la fine del suo matrimonio con Camerini, tentò la strada del teatro, ma senza successo. Ritornò sul set, ma i tempi erano cambiati. Assia Noris era ormai una donna matura e quelle storie di ragazze indifese, dolci e innamorate erano rimaste legate ad un tempo remoto, sepolto da nuove figure di donne, emancipate e battagliere, della neonata "commedia all’italiana". Fu così che decise di dire addio alle scene, rifugiandosi a Sanremo, in Liguria, in un lungo e silenzioso esilio. Il silenzio, però, si ruppe il 27 gennaio 1998, quando la notizia della sua scomparsa fece riemergere dall'oblio i suoi dolci occhi verdi e quell'immagine di eroina borghese che ancora oggi - a centodieci anni dalla sua nascita - continua ad essere viva nella memoria di tutti.
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