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 TI AMEREMO PER SEMPRE, WHITNEY!


Era considerata "The Voice" al femminile e non a torto. Perché la sua voce era qualcosa di unico: potente, celestiale, in grado di squarciare il cielo, di diradare le nubi. Le nubi sulla sua vita, però, quelle non riuscì a scacciarle, rimanendo offuscata per sempre in un vortice di depressione e dipendenza da droghe. Whitney Houston era una persona semplice. Una "venere nera", bella nella sua essenza di ragazza di buona famiglia, nata nel New Jersey il 9 agosto 1963 e cresciuta nella musica. Figlia di Emily "Cissy" Drinkard Houston, una cantante soul, cugina di Dionne e Dee Dee Warwick, cominciò a cantare nel coro gospel della Chiesa. Ad undici anni divenne solista e appena adolescente capì che la musica sarebbe diventata la sua strada. Una voce emozionante, avvolgente, che quando venne fuori e si fece conoscere al mondo, negli anni '80, tutti capirono che era l'inizio di una nuova era. 



Whitney Houston si meritava tutto quello che sarebbe venuto: milioni di dischi venduti, premi prestigiosi, brani entrati nella storia, da "Greates Love of All" a "Who Loves Me" fino alla celeberrima "I Will Alway of You" - cover di una canzone di Dolly Parton -, divenuta la colonna sonora del film "The Bodyguard", dove Whitney era coprotagonista accanto a Kevin Costner. Sembrava andare tutto bene, ma il pericolo era dietro l'angolo. Dopo il matrimonio con il cantante Bobby Brown - da cui ebbe la figlia Bobbi Kristina, anche lei deceduta prematuramente -, Whitney Houston vide la sua vita precipitare in un abisso. I maltrattamenti di lui, l'ingresso nel tunnel della droga e una depressione che, a poco a poco, affievolì le sue "corde" celestiali, lasciandosi inghiottire dall'oblio. Quel matrimonio, poi finì e Whitney si riprese la sua vita, ma nulla fu più come prima. Quella sera di febbraio di dieci anni fa, l'11 febbraio 2012, Whitney Houston avrebbe dovuto partecipare ad una serata legata alla consegna dei Grammy a Beverly Hills, vicino Los Angeles, ma non si presentò. Quando andarono a cercarla in albergo, la trovarono riversa nella vasca da bagno (morì per annegamento a seguito di un overdose di droghe), ormai senza alcuna possibilità di salvezza. La sua "stella" era definitivamente caduta, precipitata nel nulla. Un nulla così distante ed opposto alla vita di una ragazza dolce come lei. Una ragazza fragile vinta dalle difficoltà della vita, da una celebrità ingombrante, da un amore dolente. Quell'anima pura, però, di ragazza semplice, continua a vivere tra noi. Perché la sua voce, "The Voice", possiamo ascoltarla e riascoltarla. Sono le sue canzoni, quei brani che ne hanno fatta una star, che forse le hanno dato tutto troppo in fretta, senza darle la possibilità di imparare a gestire se stessa, a continuare a parlarci di lei a raccontare la sua forza, la sua passione, le sue speranze, le sue illusioni, a dimostrazione del fatto che chi l'ha apprezzata nonostante le difficoltà, nonostante un epilogo infelice, continua a farlo ancora oggi. Perché una cosa è certa, ed è giusto dirglielo parafrasando una delle sue canzoni più belle: "We Will Always Love You". Noi ti ameremo per sempre, Whitney!

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