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 RENATO RUTIGLIANO: DAL CABARET AL "BANCO LOTTO" DI BELLAVISTA


"Merda fa settantuno!"

"Veramente, io ho detto cacca!"

"Fa sempre settantuno..."

 A volte, bastano poche parole per passare alla storia, e accadde proprio così anche a Renato Rutigliano, attore napoletano protagonista, insieme alle leggendarie Nunzia e Nuccia Fumo, di una delle sequenze più belle del cult di Luciano De Crescenzo, "Così Parlò Bellavista" (1984). Rutigliano era l'impiegato del "banco lotto", ovvero della ricevitoria del lotto dove due anziane zitelle si recavano per "interpretare" numericamente un sogno fatto la notte precedente. "Non esistono i bersaglieri a cavallo!", dice Rutigliano dopo un'estenuante lotta verbale con le due vegliarde, vedendosi ingenuamente rispondere " e quello per questo è un sogno!". 



Quell'esilarante siparietto teatrale - frutto della bravura dei suoi interpreti - consacrò Rutigliano alla popolarità nazionale, quando nella sua città, Napoli - dove nacque il 7 marzo 1943 -, era già sulla cresta dell'onda. Aveva mosso i primi passi nel cabaret con "I Cabarinieri" ma fu negli anni '70 che raggiunse la notorietà in coppia con Benedetto Casillo, costituendo il duo comico-musicale "I Sadici Piangenti". 


Renato Rutigliano con Nunzia e Nuccia Fumo in "Così parlò Bellavista" (1984) di Luciano De Crescenzo.
 

Alto, calvo e magro l'uno, basso riccioluto e tarchiato l'altro, furono una coppia molto ben assortita che ottenne grande successo tanto che nell'ambiente napoletano i loro sketch e i loro dischi sono ancora oggi ricordati.

                                                 

Renato Rutigliano con Benedetto Casillo, "I Sadici Piangenti".

 Dopo lo scioglimento del duo, Renato Rutigliano continuò da solo la sua carriera, dividendosi tra palcoscenico e cinema, dove venne diretto da registi come Nanni Loy e Ninì Grassia, e ancora Luciano De Crescenzo, che gli affidò prima il ruolo del padrone di casa ne "Il mistero di Bellavista" (1985), e poi quello del commissario di polizia in "32 dicembre"(1988): colui che accoglie la denuncia a carico di Alfonso Caputo/Enzo Cannavale, colpevole di aver sparato i "botti" alla mezzanotte del 12 gennaio, non avendo avuto prima la disponibilità economica per spararli a Capodanno.


Renato Rutigliano con Enzo Cannavale in "32 dicembre" (1988) di Luciano De Crescenzo.

Ma Renato Rutigliano fu molto più di un semplice attore. Oltre a scrivere di suo pugno sketch e battute, fu autore di numerosi libri umoristici (da "San Gennaro Superstar a "Le avventure di Robocchio: Pinocchio del 2000 a spasso per Napoli"), di un musical ("Preta 'e Pane") e perfino di un ricettario ("Favurite!"). Un'ironia sagace, mai sproporzionata e sempre elegante, come la sua figura segaligna, il suo volto calvo e quello sguardo miope rafforzato da un paio di spesse lenti. Un'immagine consegnata alla storia per sempre dal sopracitato film di Luciano De Crescenzo, talmente leggendario da consacrare chiunque vi sia comparso, anche solo per qualche minuto. E sono convinto che al momento della sua scomparsa, avvenuta il 27 dicembre 2001, tutti abbiano ripensato a quella scena del "banco lotto" con le sorelle Fumo. E a vent'anni di distanza, ho voluto farlo anch'io, ricordando questo grande artista napoletano, maestro del palcoscenico e della risata.

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