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 FRANCO NERO: 80 ANNI DI SUCCESSI

 

 Sguardo glaciale, spalle larghe e aria tormentata. Fa strano pensare che Franco Nero compia ottant'anni, visto che, a guardarlo, sembra appena uscito da uno di quei fotogrammi che lo hanno consacrato per sempre alla fama del cinema italiano, e non solo.



Perché dalla periferia di Parma - dove nacque il 23 novembre 1941 -, Franco Sparanero (il taglio del cognome sembra quasi un presagio delle molte cartucce sparate) raggiunse la celebrità mondiale. Molti i registi stranieri folgorati dalla sua recitazione: da John Huston - che lo fece esordire come Abele nel colossal "La bibbia", nel 1965 - a Terence Young, passando per Joshua Logan, col quale si guadagnò una candidatura ai Golden Globe per "Camelot", dove conobbe la moglie Vanessa Redgrave - sposata nel 2006 dopo un legame che, tra varie parentesi sentimentali, è durato oltre quarant'anni.


Franco Nero in "Django" (1966) di Sergio Corbucci.


Ma in Italia, ha lavorato con Carlo Lizzani, Damiano Damiani, Elio Petri e Florestano Vancini. Tra i ruoli iconici, quello di Django, il giustiziere del West, nell'omonimo film di Sergio Corbucci, e quello del capitano Bellodi ne "Il giorno della civetta" di Damiani, tratto dall'omonimo romanzo di Sciascia, che gli valse un David di Donatello.



Franco Nero con Claudia Cardinale ne "Il giorno della civetta" (1968) di Damiano Damiani.

La sua carriera, tuttavia, è proseguita fino ad oggi, con ritorni al passato - un piccolo cameo in "Django Unchained" di Quentin Tarantino - e nuove sperimentazioni non solo come attore ma anche da regista, con ben tre film - l'ultimo dei quali, "L'uomo che disegnò Dio", in corso di realizzazione - da lui diretti.

Insomma, viene davvero difficile credere che abbia trascorso ben otto decenni di vita, vista la sua forma smagliante, forse anche frutto del suo bisogno di riservatezza che nel corso degli anni lo ha portato ad apparire sempre di meno. Ebbene, in attesa di altri grandi successi, non possiamo fare altro che auguragli buon compleanno.

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