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 ELISA CEGANI: GARBO D'ALTRI TEMPI


Bella e raffinata. Sofisticata nella sua semplicità. Come quel cinema in bianco e nero di cui fu protagonista: delicato e appassionato proprio come lei. Elisa Cegani aveva la grazia e lo charme tipici di quei film. Che si trattasse di una commedia, di un film in costume o di un dramma, il suo fascino si univa ad una recitazione sempre misurata. L'arte, probabilmente, era nel suo destino. 



Dopo aver viaggiato per l'Europa, per approfondire i suoi studi linguistici, Elisa Cegani venne notata nel 1935 a Torino - dove era nata il 10 giugno 1911 - dal regista Carl Theodor Dreyer, che stava per realizzare un film in Africa. La pellicola non vide mai la luce, ma passò poco tempo prima che qualcun altro la notasse. Durante un soggiorno a Roma, infatti, Alessandro Blasetti, "Il regista con gli stivali", ne rimase folgorato. Così, col nome d'arte di Elisa Sandri, entrò di diritto nella storia del cinema, divenendo ben presto la "musa" del celebre regista.


Elisa Cegani con Antonio Centa in "Contessa di Parma" (1938) di Alessandro Blasetti.


Da "Contessa di Parma" a "La corona di ferro", da "Ettore Fieramosca" a "La cena delle beffe", Elisa Cegani interpretò tutte le più belle opere di Blasetti e facendosi un nome nel panorama cinematografico nazionale. Lavorò infatti anche con Mario Camerini, Goffredo Alessandrini, Carmine Gallone, mettendo in risalto tutto il suo talento al fianco di attori del calibro di Amedeo Nazzari, Gino Cervi e Vittorio De Sica.


Elisa Cegani con Vittorio De Sica in "Ma non è una cosa seria" (1936) di Mario Camerini.


Nel Dopoguerra, poi, la sua carriera ebbe una battuta d'arresto. Offrì una gran prova di sé in un film di scarso successo, "Eleonora Duse" (1947) di Filippo Walter Ratti, nel ruolo della celebre protagonista e recitò ancora per "l'amato" Blasetti, anche in palcoscenico, al Teatro delle Arti di Roma. Ma gran parte delle sue interpretazioni furono di modesto spessore. 


In alto, Elisa Cegani con Amedeo Nazzari in "Cavalleria"(1936) di Goffredo Alessandrini.
In basso, con Gino Cervi ne "La corona di ferro" (1941) di Alessandro Blasetti.


Maggiormente significativa, invece, la sua presenza sul piccolo schermo, dove tra gli anni sessanta e settanta prese parte a numerosi sceneggiati, come "Luisa Sanfelice" (1966) e "Anna Karenina"(1974). Nonostante ciò, la sua carriera proseguì ancora. Tra le sue ultime interpretazioni importanti quella della madre di Nietzsche in "Al di là del bene e del male" (1977) di Liliana Cavani. 

La sua immagine, però, rimase per sempre legata al cinema degli anni '40, candido e sublime come lei. E sono certo che al momento della sua scomparsa - avvenuta il 23 febbraio 1996 -, tutti abbiano ricollegato il suo volto a quelle pellicole straordinarie. A quel garbo d'altri tempi che - a centodieci anni dalla sua nascita - continua a vivere nel ricordo di lei.

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